E cosi’ nel primo
pomeriggio di mercoledi’ 17 Febbraio, dopo sette ore di navigazione oceanica abbastanza
impegnativa, raggiungiamo la sospirata George Town: ci sono un’infinita’ di
barche a vela, sembrano piu’ di un centinaio, la maggior parte all’ancora,
alcune alla boa.
Troviamo una boa
libera davanti ai tre hurricane hole sul lato opposto a George Town,
in corrispondenza
dell’isola lunga e stretta di Stocking Island. E’ UNO SBALLO TOTALE!! C’e’ una
bella spiaggia con un bar ristorante con una musica super anni 60/70, sembra di
essere a Woodstock o nell’isola di Wight nel 68, la musica continua dalle 11.00
am, ora di apertura del chat ‘n’ chill fino al tardo pomeriggio. Sembra che la
generazione del 68 si sia dato l’appuntamento per ritrovarsi 45 anni dopo in
questo posto da urlo.
Praticamente ogni
mattina, verso le 11.00, c’e’ la
migrazione dei velisti che con il dinghy arrivano in spiaggia per prendere il
sole, giocare a pallavolo, socializzare, bere un drink,
giocare a bocce,
mangiare, fare acquisti nel negozio di tshirt…camminare…
In piu’ devo dire che
il cibo del ristorante chat ‘n’ chill non e’ male soprattutto i ribs e il
panino al pollo, rigorosamente grigliati. Il padrone e’ un po’ rude ma d’altronde
lavora senza interruzione, l’abbiamo visto pranzare anche alle 4.00 del
pomeriggio. E dimenticavo a coronare il luogo c’e’ la presenza di una gatta
rossa e bianca e i suoi micini.
con la crocetta a matita e' indicato il punto della boa dove siamo ormeggiati |
appena arrivati a Stocking Island ci fiondiamo a mangiare qualcosa da chat 'n'chill |
chat 'n'chill restaurant: grill in primo piano |
Il secondo giorno
facciamo una puntata a George Town, prendendo il water-taxi perche’ il vento
che era calato per due giorni, permettendoci di traversare l’Oceano fino a George Town, e’
ritornato forte e con il dinghy ci saremmo bagnati come dei pulcini.
Arrivati in citta’
abbiamo pronta l’auto a noleggio (la sera prima quando Elisabeth Harbour era
tranquillo, siamo andati con il gommone a informarci per auto e propano dal
marina)
Incominciamo a
visitare l’isola alla ricerca del propano, saltiamo la deviazione e finiamo al
North dell’isola di Great Exuma e facciamo un break al marina di Emerald Bay:
meno male che non ci siamo fermati qui perche’ con il vento forte come oggi e
nei giorni che seguiranno, saremmo rimasti bloccati per una settimana.
Dopo aver caricato le
bombole e pranzato con ottime conch fritters da Fish & Fry, ci dedichiamo al
sud dell’isola e passiamo il ponte che la collega a Little Exumas> Si passa
Il “tropico del
cancro” 23 26' 14,675", wow, che su Little Exumas e’
segnalato da un cartello mentre dopo Rolle Town non era segnalato. In onore
della nostra cancerina Lela ci scattiamo varie foto e un bel selfie….ponte fra Great Exuma e Little Exuma |
e ancora altre foto dopo aver scritto la distanza da Segrate alle Exumas.......
alla domenica c'e' gia' un sacco di gente gia' dalle 9.30 per la funzione religiosa e poi per il lunch da chat 'n' chill che prepara il roasted pig, nel pomeriggio varie attivita' dalla pallavolo ai giochi da tavolo, nel tardo pomeriggio invece si spostano tutti da frencis per il trivia
ragazzino che si lancia dall'albero con la corda tipo tarzan |