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mercoledì 30 marzo 2011

29 -30 marzo 2011

Le isole nella corrente sono sempre lì, da centinaia di migliaia di anni, si spostano lungo la piattaforma corallina a seconda degli uragani che le cancellano o le creano dal fondo del mare.
Di qui sono passati gli arawak sulle loro canoe, gli spagnoli con le loro navi e i corsari, e poi i pescatori e Hemingway con il i bianchi motoscafi per la pesca al marlin.
Il vento continua il suo percorso prima in senso orario, annunciando i temporali, e poi in senso antiorario, girando a sud est, portando le calme che piacciono tanto ai fotografi delle cartoline, ogni giorno da secoli.
Ma qui la natura non è da cartolina, il vento soffia spesso con forza di tempesta, anche con un bel sole e cielo limpido. Le isole, che portano le tracce fossili di ben piu'' forti urgani, e con le mangrovie, verdissime, che si spingono a fermare il mare con le radici.
La notte, poi, è il regno delle stelle e dei lampi, le stelle al tramonto e i lampi, con il crescere della notte, a portare ancora vento e onde.

arnaldo




siamo nel Little Bahamas Bank, l'allineamento piu esterno e settentrionale dell'intero arcipelago, sono piccole isole disabitate che costituiscono buoni ancoraggi per le perturbazioni della zona che sono abbastanza frequenti; i delfini li abbiamo incontrati durante la navigazione da West End a Mangrove Cay (36 miglia nautiche)



i primi due giorni ci siamo mossi da West End,  insieme ad altre due barche del New England, Winddrifter (foto sotto) del Maine, sempre informatissimi delle previsioni metereologiche e dell'arrivo di nuove perturbazioni e Lunatic II di Boston che ha una dote particolare per la scelta degli ormeggi riparati; infatti lo abbiamo seguito
domenica a Great Sale Cay e siamo rimasti al riparo, per due giorni, da un forte vento di NW e da tre temporali di cui uno infinito dalle 7.00 pm all'1.00 am.

qui sotto la foto di Lunatic II che abbiamo abbandonato martedi' pomeriggio: noi ci siamo fermati a 34 miglia in un'altra delle isolette estreme del Little Bahamas Bank:Pensacola; Lunatic II e Winddrifter hanno continuato;noi abbiamo scelto una velocita' di navigazione bassa per vedere se riuscivamo a pescare ed effettivamente abbiamo preso due piccoli horse-eye jack 


come sta il gatto a bordo? mentre noi eravamo preoccupati per la tenuta dell'ancora a Great Sale Cay, Franzie sembrava molto soddisfatto, forse per la nuova alimentazione che prevede quasi sempre pesce?




ieri dopo 10 miglia con vento a 30/35 siamo entrati nel marina di Spanish Cay, un'isola privata con tanto di piccolo aeroporto; l'isola si percorre in 30'
sotto la foto dell'Africa Queen, sbandata a causa del forte vento che ha incominciato a rinforzare dopo le 4pm.


questa e' la spiaggia sottovento di Spanish Cay, noi siamo invece ormeggiati sopravento

venerdì 25 marzo 2011

25 marzo, West End Grand Bahamas

la corrente del golfo corre da nord ovest a sud est a 3 nodi, giorno e notte, estate e inverno.
La superficie, di un blu profondo è interrotta dalle caravelle portoghesi, una medusa con una specie di vela che usa per muoversi e non essere solo passiva vittima della corrente.
Quando la prua incontra un banco di pesci volanti il mare si popola di strani uccellini con le scaglie, e salgono e scendono per evitare l'onda che arriva e li potrebbe fermare.
In questi giorni di fine marzo il vento è da sud ovest, 15 nodi con raffiche a 18, ma nei gorni scorsi, quando abbiamo provato ad attraversarla, attirati da un nord ovest a 12 nodi, che invogliava a fare vela, ci siamo trovati di fronte un mare alto e incrociato, che ci ha respinti in porto.
Ieri, hanno rimorchiato qui a west end il motorsailer che era partito una mezz'ora prima di noi. In poco tempo è affondato nel'antiporto e è stato rimorchiato vicino alla scogliera, e adesso se ne sta inclinato con fuori l'albero e parte della tuga.
Ho parlato con la proprietaria, che mi ha chiesto le foto che ho scattato del relitto al tramonto e, in breve la storia è questa:
A una certa ora del pomeriggio, sottovento a noi che entravamo a West End, il motore del motorsailer ha smesso di funzionare, il comandante ha deciso di tentare di raggiungere il marina, a vela, contro vento, onda e corrente.
Piano piano la corrente lo ha spinto verso la barriera e lui, alle cinque del pomeriggio, ha tentato di dare l'ancora accanto a una piccola isoletta, che fa da ridosso, dove c'era già un'altra barca all'ancora.
L'ha mancata per pochissimo, ma poi, sull'abbrivio, non è riuscito a dare l'ancora in tempo e la barca è finita sulle rocce.
La coppia ha passato la notte sull'isolotto.
La mattina è arrivato un traghetto e un outrigger da Freeport e lo ha rimorchiato.
Lentamente si è riempito d'acqua e è miseramente affondato nell'avanporto, come dicevo.

 arnaldo

Bahamas 23-24 marzo 2011










siamo partiti per le bahamas mercoledi' 23 marzo alle 7.00 e dopo 10 ore di navigazione, soli in mezzo all'Atlantico, il che mi ha causato una certa angoscia, siamo arrivivati a West End sull'isola di Grand Bahamas.
e' un posto da sballo e questa  e' definita come zona di passaggio, uno dei punti di entrata per chi arriva dalla Florida; pare invece che la parte piu' interessante  sia Abaco. Quasi tutte le persone che si incontrano sono alla 4 ,10 esperienza di navigazione nelle bahmas e vedendoci cosi' novellini ci hanno omaggiato di depliants e di un fantastico libro e per ricambiare mi sono privata del santa cristina (sangiovese comprato a palm beach)




con le biciclette del marina abbiamo effettuato un giro per cercare la scheda e la tessera per telefonare e sorpresa dopo aver attraversato una parte di mondo sembra di essere tornati nel carso triestino e in croazia
sia per il paesaggio che per i negozi.


 Il carso o le Bahamas?







L'Old Bahama Bay non e' solo un marina ma anche un resort con villette, piscina e facilities come biciclette, palestra; attorno ci sono vari appezzamenti di terreno in vendita, pare che John Travolta abbia una villa qui a West End. Il posto e' pieno di americani e la gente del posto che temevo britannica, fortunatamente, e' solo di colore e molto simpatica, gentile e collaborativa.







giovedì 24 marzo 2011

navigazione da Titusville a Fort Pierce FL (9-11 Marzo 2011)

E recuperando dal diario di bordo (scritto a mano con la piuma d’oca) quasi sempre aggiornato, eccovi cosa e’ successo dal 9 marzo quando abbiamo lasciato Titusville e in tre giorni siamo arrivati a Fort Pierce:
ci muoviamo tardi da Titusville perche’ il giorno prima in un simpatico museo dedicato al fondatore della citta’ e alla sua famiglia, parlando con la gente del posto abbiamo saputo che oggi alle 12.00 dovrebbe rientrare lo shuttle. (abbiamo perso il lancio verso il 20 febbraio perche’ impegnati nel John’s River con i lavori della barca)
Siamo in fibrillazione nonostante il vento contrario ma da sud anziche’ da Est,
per cui velocita’ di 5 nodi.

A mezzogiorno sentiamo il BOOM BOOM dello shuttle che entra nell’atmosfera ma non si vede nada perche’ sulla terra e’ tutto completamente coperto.

Titusville municipal marina
 Lo shuttle al rientro?

Alle 4.00 pm attraversiamo l’ICW per andare in un marina sulla riva orientale perche’ i marina occidentali di Melbourne hanno un pescaggio inferiore ai 6 ft.
Approdiamo in un posto mistico sul Banana River, vicino a un ponticello dove alcuni ragazzi pescano anche al buio usando delle grosse torce, prima del tramonto invece abbiamo assistito a gare di canottaggio femminile.


Il giorno dopo e’ tutto coperto ma le previsioni meteorologiche che sentiamo tre volte danno i temporali nel primo pomeriggio per cui alle 8.00 ci affrettiamo a lasciare il bellissimo Telemar Marina al miglio 914 (c’e’ da farci un pensierino per lasciare la boat  nella stagione degli uragani);  ma anche negli USA le previsioni talvolta sono errate e dopo mezzora si scatena una pioggia incessante che ci accompagna per 5 ore. “ Are you crazy?” ci dice una tipa che si affaccia dalla cabina di una barca a motore che incrociamo nella nebbia e nella pioggia incessante. 


 Sembrava di essere tornati giovani ai tempi delle regate sul lago Maggiore con il  J24 quando la giuria ti faceva pasturare sotto l’acqua e girare all’infinito, sperando che si alzasse un po’ di vento e poi dopo 3 ore quando ormai eri tutto zuppo decretavano l’annullamento della regata. 


  Almeno ora queste cerate di nuova generazione sono uno sballo: rimani asciuttissimo a meno che fai come Arnaldo che mette un cappello che gli scaricherà acqua nel collo. Yo invece pensavo di aver fatto una fainata mettendo il libro della ICW in un sacchetto di plastica (foto) ma non mi sono accorta che c’era un buco!  Povero libro.

 Arriviamo al marina di Vero Beach in un momento di calma :non piove e sono le 13.30.
Dopo esserci dedicati a un prnzo a bordo con la stufetta al massimo per togliere
un po’ di umidità, impostiamo una lavatrice e intanto ce ne andiamo camminando fino al mare che e’ a quasi 45’ di distanza.
Oggi e’ stata la classica giornata che potendo tornare indietro avremmo fatto uno “sliding door scegliendo l’altra opzione ovvero non partire dal Banana River.
E arriva il venerdi’ 11 Marzo con una giornata bellissima e vento a nostro favore da NW.Le piogge di ieri sono solo un ricordo, il percorso per Fort Pierce e’ di soli 13 miglia mentre i giorni precedenti abbiamo fatto 36+38,
A Fort Pierce riprendiamo ad ormeggiare sul lato occidentale dell’ICW.  Siamo nll’Harbourtown marina al miglio 965, vicinissimi alle strutture, c’e’ anche un ristorantino dove ci aspettavano,senza saperlo, delle ostriche steamed.
Ritiriamo l’autogonfiabile che avevamo ordinato per telefono al west marine di Fort Pierce e che fortuna ! il negozio e’ a 300 metri dal nostro marina cosi’ dicasi anche per il supermercato !
Alla sera fa ancora un po’ freddo e all’alba accendiamo ancora un po’ di stufa.