Hi
guys!, finalmente da Sabato 16 a Lunedi’18 marzo e’ prevista una bella finestra
per attraversare la piattaforma e poi l’oceano per andare a Nassau, sono
passati ben 34 giorni da quella della prima settimana di Febbraio, anch’essa di
tre giorni e pensare che le guide piu’
accreditate dicono che Marzo e’ uno dei mesi migliori con finestre a cadenza
settimanale. In totale sono 118 miglia da ripartire in due/tre giorni con la
prima notte all’ancora in piattaforma e poi, se si e’ fortunati con il vento,
passare l’impegnativo NorthWest channel e dirigersi verso Nassau, se invece il
vento e’ scarso fare un stop a Chub Cay e ripartire il terzo giorno.
Venerdi’ pomeriggio ci mettiamo d’accordo con i nostri
vicini del trawler Beach House e un’altra coppia del North Carolina con un
trawler enorme che sembra un bilocale(e’ piu grande della nostra casa a Milano)
per partire all’alba di sabato. La cosa funny e’ che le due coppie hanno
aspettato come noi tre settimane in Florida per attraversare ma una era a
Biscayne Bay, appena a Sud di Miami, e l’altra a Fort Lauderdale ma nel fiume e
poi, ancora, 3 settimane di attesa a Bimini per cui ci capiamo al volo in
quanto a tempi d’attesa e pazienza infinita. Susan ci illustra tutti i posti migliori dove fermarsi nelle Exuma le
isole che ormai da un anno sono diventate per noi il dream, l’aspettando godot
di questo periodo della nostra vita. Susan e il marito Chuck oltretutto devono scrivere un manuale sugli ancoraggi
delle Bahamas, il precedente era sugli
ancoraggi nella Intracoastal Waterway, pubblicato a settembre 2012, averlo avuto tre anni fa ci avrebbe
facilitato il percorso.
sabato 16 marzo alba non spettacolare a Bimini North
Partiamo alle 7.00 (fa gia’ chiaro perche’ negli States
l’ora legale e’ scattata sabato scorso)
Le prime dieci miglia fino all’entrata in piattaforma sono perfette, i
trawler sono piu’ veloci, ci distanziano ma li sentiamo per radio poi alle
9.00 improvvisamente suona la sirena di
allarme del motore. Arnaldo lo spegne subito e mette il fiocco mentre io sono
al timone, siamo anche in una situazione critica perche’ il vento e’ scarso, la
corrente di marea ci trascina dentro la piattaforma nella zona shallow water
(con le secche). Mentre tengo il capo verso North, Arnaldo apre il
motore togliendo la scaletta d’ingresso pensando a mancanza di olio o a
problemi della girante che e’ una elichetta di 3 cm che serve per pompare
l’acqua di mare che raffredda il motore. L’olio e’ Ok ma il coperchio della
girante e’ come sigillato: non si puo’ controllarne lo stato. Arnaldo,
conoscendo bene i motori diesel, prende una saggia decisione: cambiare rotta e
rientrare in Florida perche’ il passaggio per Nassau rappresenta punti critici
che solo a vela, senza l’ausilio del motore, e’ rischioso affrontare come il
passaggio del canale e l’entrare nel porto di Nassau dove non sappiamo
l’affidabilita’ dei meccanici sui motori Volvo (parlando con dei canadesi
avevamo saputo che dei loro amici sono rimasti bloccati a Nassau un mese intero
per il motore).
Abbiamo 67 miglia da percorrere a vela, mettiamo anche la
randa, inizialmente la velocita’ e’ pessima perche’ risentiamo ancora della
vicinanza alla piattaforma e del cambio di marea, siamo scoraggiati perche’ il
tempo previsto per l’arrivo a Palm Beach e’ oltre le 24 ore e non compare
neanche sul display del GPS. L’unica consolazione e’ la compagnia di un gruppo
di delfini che ci accompagna nuotando a prua.
Poi verso mezzogiorno la
situazione migliora, il vento da SudEst rinforza e continuera’ a salire in
tutto il pomeriggio, passando dai 10 ai 15 nodi; procediamo al lasco che
diventera’ gran lasco quando il vento girera’ da Sud. Per quasi tutto il pomeriggio sto al timone per
permettere ad Arnaldo di riposarsi per la notte. Alle 5.00 pm siamo a un terzo
del percorso, ci siamo ripresi bene dalla lentezza esasperante del mattino.
Alle 6.30 pm prima che faccia buio,
prevedendo in nottata un ulteriore rinforzo del vento, mettiamo una mano di
terzaroli ( yo ne avrei messe anche due).
Alle 8.00 oramai il vento e’ sui 20 nodi e togliamo tutta
la randa e riduciamo il fiocco, la velocita’ sfiora anche senza vele i 5 nodi.
Arriva il buio che era la cosa che piu’ mi preoccupava ma non e’ un vero e
proprio buio perche’ ci sono le stelle e un quarto di luna che creano una
estesa fascia di luminosita’ violaazzurro chiaro dal limite dell’acqua e poi
non siamo per niente soli che era l’altra mia preoccupazione poiche’ essendo
sabato sera incrociamo ben 6 navi turistiche dirette alle Bahamas con tutte le
luci accese e ci conforta sentendo la radio che veniamo segnalati alla coast
guard, meno male perche’ la terza delle mie preoccupazioni e’ che qualche
grossa imbarcazione non ci veda e ci venga addosso.
Continuiamo fino alle 10.00 passate con buona velocita’ ma
il mare comincia ad agitarsi e poiche’ il tempo previsto di arrivo e’ alle 5.30
di domenica, preferiamo fermarci alla cappa per tre ore, adesso si che e’
veramente buio: la luna non c’e’ piu’ e neanche quella fascia luminosa. Rimango
fuori con la mia calda e comoda cerata, sdraiata perche’ l’onda lunga mi frulla
lo stomaco; ogni 15’ mi alzo per guardare che non ci siano navi in rotta di
collisione, Arnaldo e Franzie sono invece in cabina.
Pur avendo superato tutte le preoccupazioni iniziali del
navigare di notte, devo dire che non mi entusiasma, lo rifarei ma con luna
piena e con meno ore di buio ad esempio
partire a mezzanotte e poi l’ideale sarebbe essere in quattro cosi’ si e’ piu’
tranquilli e si puo’ recuperare di piu’. La cosa che piu’ mi ha deluso e’ che
le previsioni davano vento debole e mare poco agitato in realta’ il vento ha sfiorato
i 25 nodi e l’onda non era 2ft ma di piu’, mi sembrava di essere in una tazza
di te scuro posta su di un tavolo mentre c’e’ una scossa di terremoto.
All’una mi da’ il cambio Arnaldo e riprende a navigare:
All’una riprendo il timone, MG ha tenuto il timone per
tutto il giorno, e sta di guardia in pozzetto da tre ore. Lo scopo era di farmi
riposare, ma adesso ad essere stravolta è lei, rientra in quadrato, si butta su
una cuccetta del quadrato e si addormenta fino alle quattro e mezza. Lasciamo la
cappa e riprendiamo la rotta con solo fiocco ridotto. Il mare è agitato con
onde sui 5 piedi e ogni tanto un frangente sbatte contro la poppa.
Vi parlerei della bellezza della navigazione di notte, con
una falce di luna fra le sartie, un cielo stellato che avvolge. Le stelline del
plancton che sembrano tuffarsi dallo scafo della barca nel mare, ma à difficile
apprezzare qualcosa avvolti nella cerata, legati dal salvagente a stola, e la
luna, è vero, la vedi fra le sartie, ma sale e scende fra la sartia alta e
quella bassa alla velocità di uno scoiattolo. E dall’interno, sdraiati sulla
cuccetta si vede, dal portello la linea nera del mare che sparisce
improvvisamente e le stelle passano nell’inquadratura come scintille dei fuochi
di carnevale. Difficile apprezzare le stelline del plancton che si tuffa
nell’oceano se sei sul bordo della barca che salta sotto i piedi e sembra che
ti voglia buttare in mare a seguire le stelline!
Rimane il ricordo della voce sconsolata di MG che dice,
dal timone, con la cerata fino al naso, una lampada appesa al salvagente per
vedere la bussola…” mi sembra di essere Soldini”…ma col tono di intendere
“quello sfigato di Soldini a Capo Horn al freddo e senza niente nello stomaco!”
Verso Ovest la Florida illumina con una luce tenue il
cielo, si vedono solo le stelle piu’ brillanti, mentre a Est il buio completo
permette di vedere tutta la via lattea. Mettendoci alla cappa non ci siamo
veramente fermati ma abbiamo continuato a derivare portati dalla Corrente del
Golfo, a 3 nodi, verso nord. In tre ore abbiamo percorso 7/8 miglia e questo
comporta che la nuova rotta verso Palm Beach dovrà essere un poco più al vento
rispetto a quella precedente. Ancora una volta la prua della barca non coincide
con la rotta reale che si percorre, questo per compensare la forza della
corrente. E da qui saremo costretti a una andatura con vento al traverso, che
diventerà di bolina quando il vento si calmerà all’alba. Ci alterniamo al
timone e riaffido il racconto a MG:
Alle 6.30 incomincia
a fare chiaro e s’intravede la costa della Florida con gli alti edifici
di Palm Beach, il vento ora e’ pazzerello e la nostra velocita’ spazia fra i
3 e i 5 nodi anche se abbiamo rimesso
la randa. Quando ci mancano solo 4
miglia dall’entrata nell’inlet di Lake Worth (Palm Beach) telefoniamo al “Boat
Us” (servizio di rimorchio che fortunatamente Arnaldo aveva sottoscritto a
Novembre) e spieghiamo che abbiamo avaria al motore e abbiamo bisogno di
assistenza per entrare nell’inlet e arrivare al marina, prevediamo di arrivare
alle 11.00: in effetti arriviamo un po’ prima ma il gommone che ci deve
trainare arriva subito appena viene contattato. Sono al timone mentre ci
trainano, il ragazzo avvisa il marina che stiamo entrando e invece di
ritrovarci da soli a lottare con le cime di poppa, abbiamo ben tre persone che
ci aiutano. Ci mettiamo nel solito posto dell’anno scorso anche se adesso ci
sono i nuovi pontili galleggianti. Sono le 11.00 wow! ce l’abbiamo fatta.
qual'e' Mg e qual'e' Soldini? sono cosi' incerati....
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