Eravamo indecisi sul da farsi, le nuvole e un grosso temporale a est non promettevano una traversata tranquilla. Abbiamo aspettato un'ora e alle 8.00 am siamo partiti, giusto in tempo per assistere a questo fenomeno di formazione di una piccolissima tromba d'aria che vedete nella foto.
Il vento e' da NE, ma l'onda è troppo forte rispetto al vento per permettere di andare solo a vela, quindi abbiamo aperto un poco il fiocco e continuato a motore a 6.5, 7,4 nodi (che è la velocità "di carena" cioè massima per l'Africa Queen.)
solo un'altra imbarcazione: un catamarano, fa la nostra rotta verso SW per Nassau; non ci sono barche in senso contrario
Alla 1,30 con un'ora e mezzo di anticipo sul previsto arriviamo all'imbocco del porto di Nassau, che è pessimo, infatti Arnaldo è preoccupato, come si vede dalla espressione corruciata della foto, scusate deve essere un'altra foto.
Il faro a sinistra del porto ha una culminazione rossa anzichè verde (si, Matteo, dovrebbe essere verde perchè negli States e Bahamas il sistema di riferimento è il "B" che è verde a sinistra e rosso a destra entrando, il contrario che in Europa e Africa, riferimento "A"); la prima boa rossa invece si confonde con le strutture del cantiere, in poche parole e' uno dei porti peggiori e meno male che abbiamo fatto in tempo ad entrare con l'onda non ancora cosi' alta. Qui sotto gli ormeggi delle immense navi crociera, poi dopo due ponti di collegamento con Paradise Island ci sono tutti i marina. Il Nassau Yacht heaven e' pieno per cui ripieghiamo sul piu' basic Bayshore.
Paradise Island si chiamava un tempo Hog island perche' vi allevavano i maiali prima che l'industriale svedese Wenner-Gren quello degli aspirapolveri electrolux acquistasse parte dell'isola e la bonificasse cambiandole il nome da Hog "maiale" Island a Paradise Island.
