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sabato 3 marzo 2018

Penisola di Samana 2 puntata





Questa e’ la continuazione del blog precedente, noi siamo sempre qui al marina cantiere “ yat club marina” di Luperon,la capienza in acqua e’ per poche barche, ci siamo ormeggiati nell’ultimo posto disponibile accanto ai russi, peccato che non si possa socializzare perche’ non parlano inglese e neanche spagnolo, solo russo. Infatti quando siamo arrivati parlavo con un altro loro amico che sapeva l’inglese e traduceva a loro. Altre persone che vivono a bordo sono un argentino con suo cugino che lo aiuta a risistemare totalmente una barca di acciaio di 12 metri molto conciata: devono fare di tutto dalla sistemazione di parti matalliche, agli oblo,alle parti in legno compreso il pagliolato,insomma mucho trabajo infatti e’ la persona che lavora di piu’. I ragazzi del marina invece hanno buona volonta’ ma il lavoro langue, a parte la verniciatura della nostra boat e un alaggio di un’imbarcazione della marina in questo mese non c’e’ stato niente da fare. Non sono arrivati naviganti ne’ da Portorico ne’ dalle Bahamas e poi rimane sempre il problema che gli americani evitano Hispaniola perche’ la ritengono pericolosa e cercano di navigare direttamente dalle Bahamas a Portorico , al piu’ si fermano una settimana a Turks & Caicos.
Il vento a parte domenica 18 Febbraio e’ stato sempre da East molto forte e non sono arrivate nuove barche neanche nell’altro marina di Puerto Blanco.



Riprendo con le foto della cava di Portoro che abbiamo scoperto prendendo la deviazione per capo Samana: 7 km asfaltati ma la strada molto stretta e tricky con buche everywhere. L’ultimo km era addirittura piu’ stretto e non asfaltato, l’abbiamo evitato. Un ragazzo che lavora alla cava di Portoro ci ha portato all’interno della cava.  Il portoro e’quel bel marmo nero con venature bianco/gialle di calcite (in realta’ e’ un calcare ) in Italia e’ esaurito, negli anni 60 senza saperlo da bambina l’avevo scelto con mio papa’ per la casa di Varese!







La cittadina di Samana invece e’ abbastanza una delusione perche’ a parte il malecon (lungomare) con la vista sulla baia e il ponte che collega agli isolotti, il resto della cittadina e’ privo di interesse, e’ decisamente meglio Sanchez.



Samana
“Las Galeras” invece e’ carina e anche da qui partono le barche con i turisti per andare a visitare le spiagge non raggiungibili tramite strada, il mare e’ sempre agitato per cui il venerdi’ optiamo per il giro a cavallo e lasciamo ad un’altro momento piu' tranquillo queste visite.





Las Terrenas invece e’ il posto clou della penisola di Samana: diverse spiagge belle, sabbiose con palme per sdraiarsi all’ombra, una buona ricettivita’ alberghiera e ristorantini e bar, si trova di tutto. E pensare che il villaggio de “Las Terrenas e’ stato fondato solo nel 1946 quando l’allora dittatore dominicano Trujilo ordino’ che tutti gli abitanti poveri della capitale Santo Domingo fossero trasferiti e ricollocati  come pescatori e contadini nelle altre province del paese>alcuni arrivarono in questo piccolo paese, caratterizzato da una buona terra per coltivare e  un buon clima ma con case senza acqua, elettricita’ e comunicazioni telefoniche; c'era solo una pista difficile che lo collegava a Sanchez. A meta’ degli anni 70 arrivo’ a Las Terrenas un francese che costrui’ un hotel che adesso non c’e’ piu’ il “Tropic Banana” e con questa cosa cambio’ la vita della comunita’ di campesinos e pescadores; iniziarono ad arrivare i primi viaggiatori affascinati dalla bellezza della natura e delle spiagge e con il passa parola arrivarono sempre piu’ turisti e le capanne di pescatori sparirono e furono sostituite da ristoranti, bar e negozi. Adesso e’ una parte del paese dove la gente locale sta bene.  La brochure di Samana da cui ho preso queste informazioni invita i turisti a fare il passa parola quando rientreranno nelle loro paesi di residenza. Nella penisola di Samana si stabiliti anche diversi europei soprattutto francesi e italiani che hanno aperto alberghi, ristoranti e negozi.







Domenica 18 Febbraio, sulla via del ritorno a Luperon, ci fermiamo per pranzare a Maimon in una delle pescaderie, peccato che non ci sia qualcosa di analogo a Luperon, o forse non l’abbiamo ancora scoperto!