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giovedì 22 novembre 2012

Dov'e' finita l'Africa Queen

 
20 novembre martedi'

Dov’e’ finita l’Africa Queen? Dopo le due notti ormeggiati al cantiere, salpiamo lunedi’ mattina per il vicinissimo Harbortown Marina di Fort Pierce.

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Il motore e’ OK e in venti minuti siamo a destinazione. Dopo un consistente rifornimento di pesce martedi’ 13 siamo pronti per le 47 miglia terrestri che ci separano dal primo stop nello Juppiter al Soverel marina. Navigare in questa stagione e’ bellissimo: ci sono 2 piedi in piu’ d’acqua e quindi il pericolo di arenarsi non esiste, non ci sono molti motoscafi  che rompono le scatole creando onda, insomma e’  molto piacevole, l’unico inconveniente e’ che alle 6.00 pm e’ gia’ buio. Raggiungiamo il marina alle 3.30 e siamo vicinissimi alle strutture, accanto ad una coppia con motoscafo che ci invitera’ il giorno dopo ad un aperitivo a bordo per testare se il loro amico dentista, che frequenta ogni anno a Urbino un corso di italiano, ha dato buoni risultati.
L’amico parla benissimo italiano e la compagnia, e' costituita   anche da un’altra coppia  simpatica. Noi facciamo un figurone portando il grana padano comperato un mese fa a Soresina e i tarallucci pugliesi di Carmine (Car main secondo la tipa del marina) i vicini ci vogliono convincere a prendere casa a Palm Beach o nei dintorni….e sono inorriditi perche’ il giovedi’ ci muoviamo su Riviera Beach a sole 6 miglia ma black quarter dove abbiamo appuntamento con il meccanico. 





Il Soverell Marina
 
Il windlass (salpa-ancora) e’ il tormentone di questi giorni: scelto su catalogo e comperato al West Marine di Fort Pierce, non siamo riusciti a farlo installare dall’operaio messicano del cantiere che a differenza del pittore non sapeva che pesci pigliare per cui ci ha dato buca per un pomeriggio e abbiamo lasciato perdere rimandando l’installazione a Riviera Beach dove abbiamo preso l’appuntamento con il solito meccanico per Giovedi’15 Novembre e ora siamo qui in attesa che si decida a fare qualcosa… Per rinforzare la prua ha commissionato una piastra e ordinato i cavi per il collegamento e dire che non sono pezzi della Volvo che bisogna aspettare anni luce…
Venerdi’ le due cose non erano ancora disponibili e ieri neanche, nel frattempo il clima e’ diventato una schifezza con cielo coperto e freddo. C’e’ da dire che tutto sommato  e’ andata bene non averlo installato giovedi’ o venerdi’ perche’ al mattino e’ piovuto da pazzi e avere un buco a prua non sarebbe stato il massimo!

 Tutto questa roba sta nell'armadietto di prua che abbiamo liberato per facilitare i lavori
Nell’attesa sabato abbiamo sistemato le ultime cose come l’incollatura di un asse del pagliolato con le solite colle schifose americane: gorilla glue; il fantastico cyanocrilato italiano purtroppo si era seccato completamente e questa colla e’ una porcata, in mancanza di morsetti ho fatto yo da morsetto sedendomi sulla cassetta degli attrezzi 

 MG in versione morsetto: notate le gambe piegate a morsetto e le braccia atteggiate in forma di vite
 Morsetto: notate la colla schifosa che e' triplicata di volume assumento la consistenza del polistirolo.

e poi per finire abbiamo messo le nuove strisce grigie comperate a Milano da Equipe Nautica perche’ qui negli States ci sono solo bianche o nere.
Viva l’Italia per i sui meccanici solerti competenti e decisi, per le vernici e le colle che funzionano e non aumentano di volume tipo alien come la gorilla glue (vedi foto), viva  l’Italia per i cibi, il vino, i gommoni, le scarpe e tutto il resto che nessuno riuscira’ mai a riprodurre all’altezza del brand italiano. 


Dimenticavo ultimissimo  tormentone e’stata anche la ricerca dell’anodo di zinco che e’ posizionato dietro all’elica (propeller in English) la signora del marina l’aveva cercato su tutti i cataloghi, noi abbiamo fatto un’indagine ulteriore da St Lucie Outboard marina, da Sundance nella Jenkens Beach, da Lewis a Stuart  e ancora un altro West marine e poi a Stuart da due venditori di roba usata: nothing. Cosi’ e’ stato montato quello vecchio che dovrebbe durare ancora una stagione mentre al ritorno  in Italia  ce ne procuremo due o tre di scorta.