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martedì 15 maggio 2012

Un salto indietro indietro nel tempo

Rashomon

 Il racconto di Arnaldo

In uno di quei giorni in cui si aspetta il temporale del pomeriggio, afa e caldo, sole a tratti e una luce biancastra e umida dalle nuvole basse è arrivata una goletta. La Wolf, scafo nero, ponte color latte, un cassero alto e altrettanto alta prua con una polena a testa di lupo. Quattro uomini e una donna al timone a bordo. Il capitano, seduto su una sedia bianca come il comandante del Pequod, con una catena d’oro al collo a cui è appesa un pendaglio con una testa di lupo su un timone, il secondo, barbetta bianca curata, due gambe scheletriche che escono da dei pantaloncini acquistati in momenti di maggior benessere, la donna, di mezz’età enorme ma energica, un marinaio, alto, atletico, il meno esperto di cose di mare, il piu’ giovane dell’equipaggio, tratti orientali, barbetta e pizzo bianchi, tatuaggi ovunque. Il comandante è sceso sul molo per usare il bagno, occupato con tempismo straordinario da Maria Grazia, il giovane per controllare i galloni di carburante del’erogatore. Il marinaio atletico ha chiesto quanti galloni di carburante ha il serbatoio, con la pistola in mano e l’aria preoccupata. Il giovane ha rigirato la domanda al comandante che con voce grave e bassa ha risposto solo a lui: “ centocinquanta galloni, è vuoto”. Il giovane con voce  forte: “centocinquanta galloni”, la domanda del marinaio “quanti ce n’erano prima?” è rimasta inascoltata dal molo.  Poi la partenza in un urlarsi di comandi, col capitano seduto sulla sua sedia bianca, il motore sollevando una schiuma nera contro l’alta poppa. Mezzo miglio piu’ in là hanno alzato le vele, per dove non lo sapremo mai, chi ha chiesto non ha avuto risposta.

Il racconto di Maria Grazia
Effettivamente e’ tutto vero, lunedi’ mattina e’ arrivata la goletta nera wolf con un equipaggio che sembrava uscito da un film, non ho fatto in tempo ad andare a prendere la macchina fotografica anche perche’ c’era l’addetto ai lavori delle due barche per turisti che aveva bisogno di un cacciavite e poi non pensavo partissero cosi’ in fretta. Ma con internet abbiamo recuperato tutto: si tratta di uno shooner che viene affittato, equipaggio e tutto per compleanni e party

 


Domenica invece abbiamo fatto la classica gita americana domenicale: siamo andati a Peanut Island, l’isola di fronte al marina: E’ stata un’esperienza interessante fra le famiglie con i loro barbecue, il campeggio e il bunker dei Kennedy. Perche’ la famiglia Kennedy non passava l’inverno al freddo a Hyannis e a Nantucket, ma si recavano a Palm Beach.
E in piena guerra fredda nel 1961 JFK si fece costruire un bunker.


                                         Arnaldo & MG all'interno del Kennedy bunker



                                                         domenica a Peanut Island

Ma la cosa piu’ sorprendente e’ che l’isola prima del 1920 non esisteva: fu Henry Flager, il magnate delle ferrovie a creare il porto di Palm Beach, tagliando e dragando la terra ferma, cosi’ oltre al porto nacque Peanut Island che allora era molto piu’ piccola e l’inlet verso l’Oceano. Si chiama Peanut perche’ all’inizio l’idea era di dedicarla alla coltivazione
delle peanuts ma poi l’idea non ando’ in porto, fu invece sede della guardia costiera