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venerdì 5 maggio 2017

Ultima settimana di fuoco



L’ultima settimana passata oltre oceano e’ stata veramente intensa a cominciare dal lunedi’ di Pasqua che nella Repubblica Domenicana e’ un giorno di lavoro per cui siamo riusciti a mettere a terra l’Africa Queen dopo ben 3 anni e mezzo: era stata messa in acqua a Fort Pierce nell’Ottobre 2013 quando c’era con noi Mandy e c’era ancora Franz. Ma andiamo con ordine: a Santo Domingo i due giorni festivi sono il Venerdi’ Santo e la domenica di Pasqua, mentre sabato e il lunedi’ dell’Angelo sono giorni lavorativi. Il sabato mattina andiamo a fare l’entrata nel paese con dogana, immigration e ministero dell’agricoltura; mi sembra di tornare indietro di quarant’anni al mio primo viaggio in america latina con le varie casette che costituiscono i vari uffici,le tendine con i festoni, il pavimento di linoleum e un’atmosfera simpatica e accogliente. Lasciamo un equivalente di 87$ in dogana, e  20+20$ fra tessere all’immigration e ministero dell’agricoltura.
Poi con una moto (il piu’ comune taxi locale) andiamo  percorrendo prima una strada asfaltata e poi una discesa sterrata allo yacht club marina  per avere informazioni per l’alaggio della boat. Il ragazzo che sorveglia il marina ci manda dal gestore  Isaac che e’ anche il proprietario di un ottimo ristorante sulla collina.
Cosi’ mentre ci mettiamo d’accordo per mettere a terra l’Africa Queen ci rilassiamo con un ottimo pranzo di pesce. Nel pomeriggio riusciamo a prenotare a caro prezzo i biglietti aerei per martedi’ (il nostro volo internazionale e’ schedulato per giovedi’ 20 e cambiarlo ci sarebbe costato 180$ a testa!)




caricano la batteria 

Il giorno di Pasqua continuiamo con i lavori in barca fra cui il togliere le vele e riporle a poppa, prepariamo anche i nostri bagagli perche’ e’ piu’ semplice fare tutto mentre la barca galleggia e non quando sara' sul terreno.

Lunedi’ mattina alle 8.30 ci spostiamo dal marina di Puerto Blanco allo Yacht Club ma siamo in bassa marea per cui non si riesce a entrare nello scivolo perche’ si tocca. Ormeggiamo e aspettiamo l’alta marea. Passiamo alcune ore di panico quando ci rendiamo conto che il trattore che deve trainare l’aggeggio che imbrigliera’ l’Africa Queen ha una gomma a terra!!  Gli addetti ai lavori rientrano verso l’una con il pneumatico riparato lo sistemano ma c'e' un altro problema  perche' non parte: la batteria e’ out. Viene ricaricata e  finalmente alle 3.00 pm dopo sei ore di attesa  e di ansia nelle quali abbiamo anche approfittato per fare altri lavori on the boat, tutto e' pronto. Effettuo un servizio fotografico continuo per seguire tutte le fasi; le altre volte l'Africa Queen era stata sollevata da terra con una potentissima gru  e non questo sistema di cui non mi ricordo il nome. 










L’hauling (alaggio) dell’Africa Queen e’ abbastanza complesso perche’ in genere nel marina sono abituati alle barche americane con la poppa molto larga che viene imbrigliata senza problemi dai pad del carrello rosso; il Grand Soleil invece ha una linea fantastica e aerodinamica ma scomoda per posizionare i pad per cui l’operazione viene ripetuta piu’ volte anche perche’ il gestore Isaac e’ molto pignolo e scrupoloso: si butta in acqua diverse volte a controllare sia i pad che la scarpa sulla quale poggiava la pinna della boat









Finalmente dopo due ore la barca e’ a terra e decidono di posizionarla con nostra soddisfazione vicino agli uffici del marina. E’ ricoperta da alghe di ogni tipo, mi dicono che non e’ nulla in confronto a come si ricoprono le carene in pochi mesi nella baia di Luperon. Nonostante tutte le attenzioni  e le verifiche  l’Africa Queen e’ un po’ storta, in breve l’idea e’ di riposizionarla con nuova scarpa alla base della deriva che dovrebbe arrivare al marina in futuro.









Martedi’ mattina mentre i ragazzi del marina puliscono la carena con spazzolone e acqua, noi andiamo alla dogana a consegnare le fotocopie dei nostri passaporti che non eravamo riusciti a fare sabato. Verso le 11.30 ci muoviamo verso l’aeroporto di Puerto Plata; ci accompagna con la sua vettura Lora, il vice-comandante della guardia costiera che era venuto a controllare i nostri documenti appena arrivati. E cosi’ dopo solo quattro giorni lasciamo la Repubblica Domenicana per Miami.
Due piacevoli giorni di riposo e di relax per riprendersi dalla navigazione impegnativa e dalla sistemazione della barca. Noleggiamo l’auto per un giorno e mezzo e alla Dollar, che e’ supergettonata per i prezzi veramente low (20$), non hanno piu’ auto piccole per cui ci danno una bella Impala!  



Mercoledi' lo passiamo a Fort Lauderdale per andare a vedere il mattoncino di Franz e un giro a west marine per il caricabatterie che dopo solo tre anni pare sia gia' out. pranziamo nel fantastico rustic inn vicino all'aeroporto con ostriche, rane e alligatore anche se la specialita' del posto e' il granchio. Alla sera da Quarterdeck con le vongole al burro e vino bianco...








fontana con luci nella piazza di fronte al museo delle scienza


e per finire aggiungo due/tre foto del mare a Fort Lauderdale che ho scattato l'anno scorso  piu' o meno nello stesso periodo: la condizione dell'oceano ora e' roughly come allora e nel gabbiotto del bagnino sventola la bandiera rossa che indica  mare agitato.