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mercoledì 20 maggio 2015

Vietnam Send Off

Lascio questo spazio ad Arnaldo lontano dalla linea editoriale del blog.

Grazia



E cosi’, in un attimo, il quadrato dell’Africa Queen si e’ riempito dei profumi e dei colori delle jungle del Vietnam. Due ormeggi piu’ in la’ il proprietario sta chiudendo la barca: ritorna negli Stati Uniti, uno dei problemi che si presentano e’ cosa fare della cambusa avanzata, arriva da noi con una enorme borsa piena di ogni ben di dio, formaggi, carne surgelata, pesce, persino una grossa sacca di uova di mahi mahi, deliziosa fritta.


La valle di A-Shau, 2 chilometri dal confine col Laos


Grazia decide di ricambiare invitandoli a cena. Qui, la sera, con un leggero beccheggio creato dall’onda della piattaforma che entra nel porto, si scopre che abbiamo in comune il servizio miltare in cavalleria, carri armati per me, carri armati per lui ma, con in piu’, per lui, un anno da volontario in Vietnam. 101 aviotrasportati, la cavalleria dall’aria. Chi non ricorda il film “Apocalipse Now”, la trasposizione del romanzo di Conrad “Cuore di Tenebra”. Seduto con noi c’e’ chi ha vissuto la tragedia del Vietnam in prima persona, arruolato come sottotenente ha percorso tutti i gradi della carriera militare fin al grado di colonnello. 





Ma la sua storia non e’ quella di Apocalipse Now, e’ quella di Hamburger Hill. Per chi non conosce questa storia si tratta di una collina occupata dai Nord Vietnamiti e fortificata con cunicoli e bunker, di nessun valore strategico ma, siccome era l’unico posto dove potevano vedere in faccia il nemico mandarono ad ondate soldato dopo soldato, ci racconta che per ogni 30 centimetri della collina sono morti due ragazzi. 



Art, questo il suo nome, e’ stupito che noi si conosca in profondo gli eventi e gli anni di quella guerra, e allora, per lui, traduciamo “C’era un ragazzo che come me…” di Morandi, si commuove e Maria Grazia gli racconta delle manifestazioni contro la guerra a cui ha partecipato nei primi anni del liceo, 1968. Art, in quell’anno, rientrava in patria alla fine del suo periodo in Vietnam e anche lui riceveva una lettera mentre era in volo, gli comunicavano, cosi’, senza un grazie o un qualsiasi commento la promozione al grado di Capitano. All’aereoporto, a S. Francisco il doganiere gli dice…benvenuto a casa soldato…ma invece fuori c’era una folla di contestatori che lo insultavano e i ragazzini gli sputavano addosso. Ma 17 dei partecipanti al suo corso di allievo ufficiali non sono tornati a casa.E lui dopo 15 anni, in un tranquillo lavoro d’uffico nella NATO in Germania ha cominciato ad avere dei flash back, incubi, in cui era sotto un bombardamento, spaventando la moglie che era con lui.Il cielo era nero dagli elicotteri, con i soldati che si calavano lungo dei cavi per evitare l’atterraggio agli apparecchi. E nessuno parla volentieri di questa pagina della storia americana, con i giovani che non sanno nulla di quel periodo. E per un attimo compare, nella tranquilla serata, l’immagine della scritta, nel film, sul muro: “Apocalipse Now”, questa l’opinione di un ex militare: per vincere la guerra  occorreva bombardare Hanoi e i bunker di Ho Chi Min. In un tono leggero ci racconta del periodo in Germania e di come richiedessero, a lui, elicotteri per i paracadutisti tedeschi, perche’, in questo modo, per ogni lancio, ricevevano un extra soldo….benedetta umanita’.

Arnaldo