Visualizzazioni totali

ARGOMENTI PRECEDENTI (qui le altre foto)

giovedì 21 marzo 2013

Nassau crossing........or not


Hi guys!, finalmente da Sabato 16 a Lunedi’18 marzo e’ prevista una bella finestra per attraversare la piattaforma e poi l’oceano per andare a Nassau, sono passati ben 34 giorni da quella della prima settimana di Febbraio, anch’essa di tre giorni e  pensare che le guide piu’ accreditate dicono che Marzo e’ uno dei mesi migliori con finestre a cadenza settimanale. In totale sono 118 miglia da ripartire in due/tre giorni con la prima notte all’ancora in piattaforma e poi, se si e’ fortunati con il vento, passare l’impegnativo NorthWest channel e dirigersi verso Nassau, se invece il vento e’ scarso fare un stop a Chub Cay e ripartire il terzo giorno.
Venerdi’ pomeriggio ci mettiamo d’accordo con i nostri vicini del trawler Beach House e un’altra coppia del North Carolina con un trawler enorme che sembra un bilocale(e’ piu grande della nostra casa a Milano) per partire all’alba di sabato. La cosa funny e’ che le due coppie hanno aspettato come noi tre settimane in Florida per attraversare ma una era a Biscayne Bay, appena a Sud di Miami, e l’altra a Fort Lauderdale ma nel fiume e poi, ancora, 3 settimane di attesa a Bimini per cui ci capiamo al volo in quanto a tempi d’attesa e pazienza infinita. Susan  ci illustra tutti i posti migliori dove fermarsi nelle Exuma le isole che ormai da un anno sono diventate per noi il dream, l’aspettando godot di questo periodo della nostra vita. Susan e il marito Chuck oltretutto  devono scrivere un manuale sugli ancoraggi delle Bahamas, il  precedente era sugli ancoraggi nella Intracoastal Waterway, pubblicato a settembre  2012, averlo avuto tre anni fa ci avrebbe facilitato il percorso.

                                         sabato 16 marzo alba non spettacolare a Bimini North

Partiamo alle 7.00 (fa gia’ chiaro perche’ negli States l’ora legale e’ scattata sabato scorso)  Le prime dieci miglia fino all’entrata in piattaforma sono perfette, i trawler sono piu’ veloci, ci distanziano ma li sentiamo per radio poi alle 9.00  improvvisamente suona la sirena di allarme del motore. Arnaldo lo spegne subito e mette il fiocco mentre io sono al timone, siamo anche in una situazione critica perche’ il vento e’ scarso, la corrente di marea ci trascina dentro la piattaforma  nella zona shallow water  (con le secche). Mentre tengo il capo verso North, Arnaldo apre il motore togliendo la scaletta d’ingresso pensando a mancanza di olio o a problemi della girante che e’ una elichetta di 3 cm che serve per pompare l’acqua di mare che raffredda il motore. L’olio e’ Ok ma il coperchio della girante e’ come sigillato: non si puo’ controllarne lo stato. Arnaldo, conoscendo bene i motori diesel, prende una saggia decisione: cambiare rotta e rientrare in Florida perche’ il passaggio per Nassau rappresenta punti critici che solo a vela, senza l’ausilio del motore, e’ rischioso affrontare come il passaggio del canale e l’entrare nel porto di Nassau dove non sappiamo l’affidabilita’ dei meccanici sui motori Volvo (parlando con dei canadesi avevamo saputo che dei loro amici sono rimasti bloccati a Nassau un mese intero per il motore).
Abbiamo 67 miglia da percorrere a vela, mettiamo anche la randa, inizialmente la velocita’ e’ pessima perche’ risentiamo ancora della vicinanza alla piattaforma e del cambio di marea, siamo scoraggiati perche’ il tempo previsto per l’arrivo a Palm Beach e’ oltre le 24 ore e non compare neanche sul display del GPS. L’unica consolazione e’ la compagnia di un gruppo di delfini che ci accompagna nuotando a prua.





 Poi verso mezzogiorno la situazione migliora, il vento da SudEst rinforza e continuera’ a salire in tutto il pomeriggio, passando dai 10 ai 15 nodi; procediamo al lasco che diventera’ gran lasco quando il vento girera’ da Sud. Per  quasi tutto il pomeriggio sto al timone per permettere ad Arnaldo di riposarsi per la notte. Alle 5.00 pm siamo a un terzo del percorso, ci siamo ripresi bene dalla lentezza esasperante del mattino. Alle 6.30  pm prima che faccia buio, prevedendo in nottata un ulteriore rinforzo del vento, mettiamo una mano di terzaroli ( yo ne avrei messe anche due).
Alle 8.00 oramai il vento e’ sui 20 nodi e togliamo tutta la randa e riduciamo il fiocco, la velocita’ sfiora anche senza vele i 5 nodi. Arriva il buio che era la cosa che piu’ mi preoccupava ma non e’ un vero e proprio buio perche’ ci sono le stelle e un quarto di luna che creano una estesa fascia di luminosita’ violaazzurro chiaro dal limite dell’acqua e poi non siamo per niente soli che era l’altra mia preoccupazione poiche’ essendo sabato sera incrociamo ben 6 navi turistiche dirette alle Bahamas con tutte le luci accese e ci conforta sentendo la radio che veniamo segnalati alla coast guard, meno male perche’ la terza delle mie preoccupazioni e’ che qualche grossa imbarcazione non ci veda e ci venga addosso.
Continuiamo fino alle 10.00 passate con buona velocita’ ma il mare comincia ad agitarsi e poiche’ il tempo previsto di arrivo e’ alle 5.30 di domenica, preferiamo fermarci alla cappa per tre ore, adesso si che e’ veramente buio: la luna non c’e’ piu’ e neanche quella fascia luminosa. Rimango fuori con la mia calda e comoda cerata, sdraiata perche’ l’onda lunga mi frulla lo stomaco; ogni 15’ mi alzo per guardare che non ci siano navi in rotta di collisione, Arnaldo e Franzie sono invece in cabina.
Pur avendo superato tutte le preoccupazioni iniziali del navigare di notte, devo dire che non mi entusiasma, lo rifarei ma con luna piena e  con meno ore di buio ad esempio partire a mezzanotte e poi l’ideale sarebbe essere in quattro cosi’ si e’ piu’ tranquilli e si puo’ recuperare di piu’. La cosa che piu’ mi ha deluso e’ che le previsioni davano vento debole e mare poco agitato in realta’ il vento ha sfiorato i 25 nodi e l’onda non era 2ft ma di piu’, mi sembrava di essere in una tazza di te scuro posta su di un tavolo mentre c’e’ una scossa di terremoto.    
All’una mi da’ il cambio Arnaldo e riprende a navigare:

All’una riprendo il timone, MG ha tenuto il timone per tutto il giorno, e sta di guardia in pozzetto da tre ore. Lo scopo era di farmi riposare, ma adesso ad essere stravolta è lei, rientra in quadrato, si butta su una cuccetta del quadrato e si addormenta fino alle quattro e mezza. Lasciamo la cappa e riprendiamo la rotta con solo fiocco ridotto. Il mare è agitato con onde sui 5 piedi e ogni tanto un frangente sbatte contro la poppa.

Vi parlerei della bellezza della navigazione di notte, con una falce di luna fra le sartie, un cielo stellato che avvolge. Le stelline del plancton che sembrano tuffarsi dallo scafo della barca nel mare, ma à difficile apprezzare qualcosa avvolti nella cerata, legati dal salvagente a stola, e la luna, è vero, la vedi fra le sartie, ma sale e scende fra la sartia alta e quella bassa alla velocità di uno scoiattolo. E dall’interno, sdraiati sulla cuccetta si vede, dal portello la linea nera del mare che sparisce improvvisamente e le stelle passano nell’inquadratura come scintille dei fuochi di carnevale. Difficile apprezzare le stelline del plancton che si tuffa nell’oceano se sei sul bordo della barca che salta sotto i piedi e sembra che ti voglia buttare in mare a seguire le stelline!
Rimane il ricordo della voce sconsolata di MG che dice, dal timone, con la cerata fino al naso, una lampada appesa al salvagente per vedere la bussola…” mi sembra di essere Soldini”…ma col tono di intendere “quello sfigato di Soldini a Capo Horn al freddo e senza niente nello stomaco!”
Verso Ovest la Florida illumina con una luce tenue il cielo, si vedono solo le stelle piu’ brillanti, mentre a Est il buio completo permette di vedere tutta la via lattea. Mettendoci alla cappa non ci siamo veramente fermati ma abbiamo continuato a derivare portati dalla Corrente del Golfo, a 3 nodi, verso nord. In tre ore abbiamo percorso 7/8 miglia e questo comporta che la nuova rotta verso Palm Beach dovrà essere un poco più al vento rispetto a quella precedente. Ancora una volta la prua della barca non coincide con la rotta reale che si percorre, questo per compensare la forza della corrente. E da qui saremo costretti a una andatura con vento al traverso, che diventerà di bolina quando il vento si calmerà all’alba. Ci alterniamo al timone e riaffido il racconto a MG:

                                        La rotta per Palm Beach
                                     Traiettoria della Torrente del Golfo

Alle 6.30 incomincia  a fare chiaro e s’intravede la costa della Florida con gli alti edifici di Palm Beach, il vento ora e’ pazzerello e la nostra velocita’ spazia fra i 3  e i 5 nodi anche se abbiamo rimesso la randa. Quando ci mancano solo 4 miglia dall’entrata nell’inlet di Lake Worth (Palm Beach) telefoniamo al “Boat Us” (servizio di rimorchio che fortunatamente Arnaldo aveva sottoscritto a Novembre) e spieghiamo che abbiamo avaria al motore e abbiamo bisogno di assistenza per entrare nell’inlet e arrivare al marina, prevediamo di arrivare alle 11.00: in effetti arriviamo un po’ prima ma il gommone che ci deve trainare arriva subito appena viene contattato. Sono al timone mentre ci trainano, il ragazzo avvisa il marina che stiamo entrando e invece di ritrovarci da soli a lottare con le cime di poppa, abbiamo ben tre persone che ci aiutano. Ci mettiamo nel solito posto dell’anno scorso anche se adesso ci sono i nuovi pontili galleggianti. Sono le 11.00 wow! ce l’abbiamo fatta.

                                               qual'e' Mg e qual'e' Soldini? sono cosi' incerati....