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lunedì 28 maggio 2012

Una pagina verde

Lunedi' 21, dopo aver sistemato il tubo di raffreddamento del motore, eseguito brillantemente da Arnaldo, (i tubi di gomma come del resto quasi tutti i gommoni sono italiani) ci spostiamo al City marina di Vero Beach, all'ancora e posso realizzare uno dei miei programmi: provare il gommone. 

                                  Africa Queen ormeggiata alla boa 17 di Vero Beach


                                   nuovo gommone di West Marine (lo fa la Zodiac)

due parole sul gommone: yo pensavo che l'Italia fosse la numero uno per l'abbigliamento e gli accessori tipo scarpe e borse, numero uno per il cibo e per il vino, numero uno per l'arredamento ma in questi mesi mi sono resa conto che siamo il numero uno anche per la gomma dai tubi ad alta temperatura (quello sostituito da Arnaldo e' italiano) ai gommoni Achilles e AB. Noi abbiamo scelto West Marine  fatto dalla francese Zodiac perche' di dimensioni piu' piccole e reperibile subito e poi c'e' da dire che il nostro old Zodiac e' durato 15 anni. C' e' da notare la diversa colorazione: scompaiono le parti blu europee perche' il sole della Florida le cuoce molto piu' rapidamente del grigio e poi costa un 30% in meno che in Italia.  Pesa un po' di piu' ma e' piu' facile stivarlo


E' un'esperienza mistica: esistono luoghi con un'anima e uno di questi e' lo spazio fra la intracostal waterway e l'oceano, uno spazio di non piu' di 5 Km di larghezza per non so quanti Km di lunghezza, caratterizzato da canali che tagliano la foresta di mangrovie in cui si avventurano i delfini e qualche pescatore con la canoa.







Mercoledi' 23 ci muoviamo da Vero Beach al Riverside Marina di Fort Pierce per l'alaggio della barca, l'alta marea e' dalle 11.00 alle 11.30 per cui entriamo nel canale che porta al marina in questo momento, il canale e' very tricky, bisogna stare vicino alle boe verdi come suggerito dal tipo del marina. Prima dell'alaggio ne approfittiamo per piegare le vele, Franzie rimarra' in barca per tutto il periodo dell'alaggio, del washing con l'idropulitrice e del moving nella postazione che ci hanno assegnato. Purtroppo siamo stati cosi' presi sia mercoledi che i giorni successivi che nessuno dei due ha scattato foto. La gente del marina e' molto professionale, alaggio e pulizia perfetta e poi e' uno dei pochi marina in Florida che consente ai proprietari della barca di fare i lavori da se' oltre al costo mensile piu' conveniente.
Ci dedichiamo a una full immersion di lavori tanto che nelle quattro sere passate in albergo a "La quinta " non usufruiamo ne' della  piscina ne' del rapido collegamento internet per aggiornare il blog, guardiamo solo rapidamente la posta e le notizie in Italy.
Mentre Arnaldo si dedica alla stuccatura delle parti arrugginite della pinna con il primer, io rigenero i candelieri e arridatoi con prodotto apposito e poi non sto a farvela lunga ma:  eliminazione ruggine e verniciatura del water heater, verniciatura con un prodotto matte per i legni interni, etc.
Finiamo con la verniciatura della scaletta e la rimozione del boma giusto domenica mattina prima del check out e ci muoviamo in un posto a meta' strada fra Miami e le Keys.

continuo con le foto della laguna di Vero Beach perche' da allora  non ne ho scattate piu'




 
    

domenica 20 maggio 2012

Bravo Franzie!

Continuano i temporali nell'area di Palm Beach, arriva persino la televisione per documentare il maltempo cosi' insolito, siamo sul punto di partire sia mercoledi' che giovedi' ma rimandiamo sempre. Venerdi' 18 invece e' un'ottima giornata e ne approfittiamo lasciando Riviera Beach, diventata per noi come una seconda casa. E' una giornata finalmente serena, partiamo presto e senza problemi attraversiamo il punto piu' critico che e' il St lucie Inlet, tralasciando la deviazione per Stuart perche' alla sera e' previsto un altro temporale e continuiamo per Fort Pierce dove arriviamo alle 5.30 pm. Effettivamente alla sera c'e' una nuvolaglia minacciosa ma mentre a Palm Beach si scatenera' il temporale come giovedi' sera, a Fort Pierce rimane solo a livello di nuvole.

                              nuovo wind generator dell'Africa Queen a Riviera Beach

 Fort Pierce venerdi' 18 maggio nuvole ma non piovera' 

Africa Queen  ormeggiata all'inglese a Fort Pierce

 Abbiamo prenotato per alare la barca al Riverside Marina, a un miglio di distanza da dove siamo adesso, ma non sono sicuri di avere l'invaso disponibile per il lunedi', ci prenotiamo quindi per mercoledi' cosi' possiamo fare 12 miglia piu' a Nord e andare a provare il gommone che non abbiamo ancora inaugurato nel fiume, e poi andare in spiaggia a Vero Beach. L'idea non e' per niente male ma le nostre disavventure continuano....  probabilmente siamo in un periodo di karma negativo....
partiamo oggi domenica, ore 11.00, il percorso dovrebbe durare solo 2 ore, dopo un'ora sentiamo il gatto che continua a miagolare, eppure aveva appena mangiato, esce anche in pozzetto e continua a miagolare, entro in cabina e il pagliolato e' completamente allagato.
Yo pensavo di aver inavvertitamente lasciato la leva del bagno in posizione sbagliata oppure ad una perdita nei tubi dell'acqua dei due serbatoi ma Arnaldo assaggia l'acqua ed e' salata e pensa al bulbo, poi mi fa ridurre la velocita' del motore e la venuta d'acqua sembra diminuire. In poche parole si era rotto il  tubo di raffreddamento del motore, un taglio da dove usciva l'acqua. Mettiamo la vela e ritorniamo a Fort Pierce , saremmo stati piu' vicini a Vero Beach ma li' vicino al marina non c'e' nulla mentre a Fort Pierce c'e' un negozio di West Marine che e' aperto anche la domenica. Ci alterniamo uno al timone e l'altro a vuotare la barca dall'acqua, meno male che c'e' quella fantastica pompa elettrica che facilita il lavoro! Quando siamo a buon punto, yo timono mentre Arnaldo mette una pezza al taglio con lo scotch da idraulico e le fascette giusto in tempo per riavviare il motore perche' il tragitto diventa impegnativo per la fitta presenza dei motoscafi domenicali e perche' c'e' l'attraversamento del ponte on demand.
Bravo Franzie! hai salvato la barca perche' a nessuno di noi due con un tragitto cosi' breve sarebbe venuta voglia di scendere all'interno
 

                                    tubo di raffreddamento con la riparazione di Arnaldo


il nostro eroe si rilassa dopo quest'avventura e dire che mentre Arnaldo rifletteva sulla causa del leakage, pensando al peggio ovvero al bulbo; Franzie sul tavolo da carteggio guardava in direzione del motore
si meriterebbe del tonno ma per il momento c'e' la sua erbetta che e' cresciuta alla grande

martedì 15 maggio 2012

Un salto indietro indietro nel tempo

Rashomon

 Il racconto di Arnaldo

In uno di quei giorni in cui si aspetta il temporale del pomeriggio, afa e caldo, sole a tratti e una luce biancastra e umida dalle nuvole basse è arrivata una goletta. La Wolf, scafo nero, ponte color latte, un cassero alto e altrettanto alta prua con una polena a testa di lupo. Quattro uomini e una donna al timone a bordo. Il capitano, seduto su una sedia bianca come il comandante del Pequod, con una catena d’oro al collo a cui è appesa un pendaglio con una testa di lupo su un timone, il secondo, barbetta bianca curata, due gambe scheletriche che escono da dei pantaloncini acquistati in momenti di maggior benessere, la donna, di mezz’età enorme ma energica, un marinaio, alto, atletico, il meno esperto di cose di mare, il piu’ giovane dell’equipaggio, tratti orientali, barbetta e pizzo bianchi, tatuaggi ovunque. Il comandante è sceso sul molo per usare il bagno, occupato con tempismo straordinario da Maria Grazia, il giovane per controllare i galloni di carburante del’erogatore. Il marinaio atletico ha chiesto quanti galloni di carburante ha il serbatoio, con la pistola in mano e l’aria preoccupata. Il giovane ha rigirato la domanda al comandante che con voce grave e bassa ha risposto solo a lui: “ centocinquanta galloni, è vuoto”. Il giovane con voce  forte: “centocinquanta galloni”, la domanda del marinaio “quanti ce n’erano prima?” è rimasta inascoltata dal molo.  Poi la partenza in un urlarsi di comandi, col capitano seduto sulla sua sedia bianca, il motore sollevando una schiuma nera contro l’alta poppa. Mezzo miglio piu’ in là hanno alzato le vele, per dove non lo sapremo mai, chi ha chiesto non ha avuto risposta.

Il racconto di Maria Grazia
Effettivamente e’ tutto vero, lunedi’ mattina e’ arrivata la goletta nera wolf con un equipaggio che sembrava uscito da un film, non ho fatto in tempo ad andare a prendere la macchina fotografica anche perche’ c’era l’addetto ai lavori delle due barche per turisti che aveva bisogno di un cacciavite e poi non pensavo partissero cosi’ in fretta. Ma con internet abbiamo recuperato tutto: si tratta di uno shooner che viene affittato, equipaggio e tutto per compleanni e party

 


Domenica invece abbiamo fatto la classica gita americana domenicale: siamo andati a Peanut Island, l’isola di fronte al marina: E’ stata un’esperienza interessante fra le famiglie con i loro barbecue, il campeggio e il bunker dei Kennedy. Perche’ la famiglia Kennedy non passava l’inverno al freddo a Hyannis e a Nantucket, ma si recavano a Palm Beach.
E in piena guerra fredda nel 1961 JFK si fece costruire un bunker.


                                         Arnaldo & MG all'interno del Kennedy bunker



                                                         domenica a Peanut Island

Ma la cosa piu’ sorprendente e’ che l’isola prima del 1920 non esisteva: fu Henry Flager, il magnate delle ferrovie a creare il porto di Palm Beach, tagliando e dragando la terra ferma, cosi’ oltre al porto nacque Peanut Island che allora era molto piu’ piccola e l’inlet verso l’Oceano. Si chiama Peanut perche’ all’inizio l’idea era di dedicarla alla coltivazione
delle peanuts ma poi l’idea non ando’ in porto, fu invece sede della guardia costiera