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mercoledì 22 maggio 2013

ATLANTIDE = Bimini

Approfitto del fatto che Maria grazia non e' qui per parlarvi di Bimini da un'ottica particolare:

Atlantide:
 Bimini e' un'isola ai margini della grande piattaforma delle Bahamas, distante 50 miglia nautiche dalla costa della Florida. E' attraversata dalla corrente del golfo che scorre ai suoi margini a 2 nodi verso nord.


A circa 100 metri a est della spiaggia, ad una profondita' di una decina di metri si puo' vedere una strada costruita dagli abitanti di Atlantide.
 
 Qui MG che, impavida, si immerge nell'oceano alla ricerca dell'Atlantide





Come avrete capito queste sono tutte balle ma al mondo c'e' posto anche per la fantascienza...

E adesso, invece un video su Bimini, questo, invece, e' autentico.
Vedrete anche la foto di Hemighway con Karen Blixen e marito, e la foto da cui EH ha preso spunto per il suo "Il vecchio e il mare".

(Hemighway odiava gli squali, quando non pescava sparava dal molo con un mitra Tompson)
Ed ecco il video su Bimini
 

lunedì 13 maggio 2013

WASHINGTON


Ma no non George, vedremo il filmato della navigazione lungo il Potomac, il fiume che arriva nella baia di Cheasapeake dopo aver attraversato la capitale.


Questo il percorso della navigazione, da Solomons Island a Washington e ritorno.


Ed ecco un paio di foto del mercato del pesce di Washington, giusto a 300 metri dalla Casa Bianca.
 
 
Aragoste, granchi dell' Alaska e, ovviamente, soft shell crabs 
 
Ma, ecco a voi il film della navigazione sul Potomac: Star Mary Grace Try
 

Questo il testo della canzone:

MY LAST NIGHT IN BALTIMORE

We were fresh from the sea
Our pockets full of money
When me and me maties
We headed for the bar
No sooner had we arrived
Then 1 pint turned to 5
And a lassie grabbed me by the belt and dragged me towards the stairs.

Chorus:
Oh Mother, don't wake me, don't jostle or shake me.
I spent all night drinking with the ladies by the shore.
And if I never wake,
Don't cry and don't shriek
Just sing the glorious tales of my last night in Baltimore

There were redheads there were blondes
Brunettes of which i'm fond
We'd ply them with cheap alcohol so they wouldn't leave our side
Before the night was through
We each had one or 2
And by midnight our young cabin boy had found himself a bride

Chorus

We drank 15 kegs of beer
Whiskeys from far and near
We ate up all their venison
We took down all their stew
And when we were run dry
We would not just stand by
A raiding party went next door to liberate more brew

Chorus

Things started to go queer
When Pat stole Kelly's beer. So he put his fist into Pat's face and started up a fight
Well, the brawl raged all aroun'
And we tore that tavern down,
But we rescued all the kegs so we could drink all through the night!

Chorus

Now me head is sore and achy,
Me bones are bruised and creaky
And I don't truly expect that I should live to see the light
So tell me girl in Leicester
'till she dies I'll miss her,
But in the morning if I'm living, I'll be back tomorrow night!

sabato 11 maggio 2013

VIDEO...VIDEO

Hi lettori del blog!
 eccovi i video promessi: la durata di ognuno e' di circa 3'; il primo si riferisce al I LEG effettuato nell'agosto 2008; navigavano con noi i nostri amici di Trieste Alessandra e Roberto. Viene ripresa l'entrata a New York lungo l'East River e la prima parte della Cheasapeake Bay (Maryland e Virginia).


La qualita' del filmato non e' delle migliori perche' girata con la vecchia videocamera che ci hanno probabilmente rubato all'aeroporto di Miami nell'estate 2011.


I filmati seguenti sono di quest'anno con la nuova videocamera che ho regalato ad Arnaldo per il suo compleanno: il primo si riferisce alla minaccia di temporali risolti poi nel nulla a Vero Beach e a Palm Beach, quella tutta illuminata nella notte e' una barca per turisti che li porta in giro per l'intracoastal mentre cenano. Quella sera li' non si era mossa e noi avevamo rinforzato gli ormeggi e spento le luci per evitare che qualche fulmine ci distruggesse di nuovo  gli items elettrici, come gia' avvenuto il 5 Agosto 2010 in una baia della Cheasapeake.




Un temporale notturno...




Infine Bimini dove siamo stati da fine Febbraio a meta' Marzo cosi' potete vedere il perche' delle attese per partire verso Nassau. La spiaggia sul lato Ovest di Bimini North, vicino ad Alice Town, una delle tre cittadine dell'isola dove c'e' il Big Game Club. Il filmato prosegue con l'escursione a North dell'isola in un giorno di vento forte, tanto per cambiare.


giovedì 9 maggio 2013

Si chiude il loop

Scrivo in ritardo di quindici giorni, avrei voluto aggiornare il blog gli ultimi giorni prima del ritorno in Italia il 25 aprile ma gli ultimi giorni, dopo aver messo a terra la barca al Riverside Marina di Fort Pierce, sono stati  veramente impegnativi; siamo anche riusciti a farci fare il survey dall’assicurazione contattando direttamente il perito che lo stava facendo ai nostri vicini canadesi e devo dire che l’Africa Queen si e’ classificata “fair” e per una barca della sua eta’(1986) e’ un gran bel risultato!
Comunque andiamo in ordine, cerchero’ di riassumere brevemente gli episodi positivi e negativi che hanno caratterizzato gli ultimi venti giorni in Florida.

Ecco prima un po’ di foto di Fort Lauderdale che abbiamo lasciato  domenica 7 aprile rifacendo il percorso dell’Intracoastal Waterway con i suoi 19 ponti perche’ l’idea di uscire in oceano e rientrare a Palm Beach era impossibile in quanto c’era troppa onda (all’alba siamo andati a piedi a controllare la situazione dell’oceano). 


                              uno dei tanti canali che passano in citta': Fort Lauderdale e' chiamata la Venezia americana

 servizio trolley: esistono due linee che collegano i punti principale della citta', 50cent la corsa, 2$ il day pass 

            dall'altra parte della citta' dopo aver attraversato il ponte di Las Olas sulla ICW c'e' il mare:


                                     Franzie ha gradito moltissimo questa sabbia per la sua cassetta


                                    la stessa spiaggia quando c'e' in atto un temporale


Si passa il primo ponte ovvero Las Olas, dove siamo stati ormeggiati per tanto tempo in Febbraio, alle 7.45. Il percorso e’ Ok a parte due piccoli scrosci di pioggia e quattro attese di apertura. Alle 7.00 pm diamo l’ancora a Lake Worth.

                              Las Olas bridge: in questo caso vivere sotto un ponte e' piacevole



                               Southward: visione verso l'inlet di uscita in Oceano

 Il giorno dopo abbiamo appuntamento con il nostro amico Rosario che non vediamo dall’estate 2008, che emozione! Ci spostiamo quindi di  poche miglia e di due ponti al Soverel marina di Palm Beach Garden. Siamo cosi’ emozionati dall’incontro che ci dimentichiamo di scattare le foto. Ceniamo in barca: e’ una delle prime sere che si puo’ stare in pozzetto a farsi l’aperitivo. Rosario e’ l’artefice di tutta la pasta che si serve nella catena italiana Carabba, fra  queste i ravioli all’astice che mangeremo due settimane dopo da Carabba a Fort Pierce. E’ arrivato in Florida per una conferenza sulla pasta a Palm Beach. 


                         domenica 21 Aprile da Carabba a Fort Pierce a celebrare i ravioli di  Rosario


    "lobster ravioli" di Rosario (ex-geologo, ora uno dei maximi experti di pasta negli USA:
    notare il ripieno con il pezzo di astice in primo piano, i cubettini che danno colore alla salsa al 
    vino  bianco  sono di pomodorini freschi

e ritorniamo a noi....
Il programma successivo sarebbe stato di muoversi il mercoledi’ per ritornare nella baia di Lake Worth e fare due/tre giorni con il gommone ma Arnaldo si lascia convincere dalle previsioni del tempo ma soprattutto da una diminuzione di pressione segnalata dal barometro per cui restiamo al Soverel nonostante il mio disappunto e facciamo alcuni giri a piedi e in gommone pero’ i giri sono limitati non paragonabili a quelli che puoi fare nel River di Fort Lauderdale o a Vero Beach.Insomma anche i posti piu’ belli se ti fermi troppo vengono a noia. Grosse perturbazioni non se ne vedono a parte ogni tanto qualche scroscio di breve durata.

Ripartiamo il lunedi’ mattina 15 aprile, ci sono sempre 47 miglia da fare e anche nel manuale degli ancoraggi di Susan e Chuck per il nostro pescaggio non ci sono ancoraggi fra Palm Beach e Fort Pierce.

Incontriamo la coda di due piccoli temporali locali ma poi la navigazione e’ tranquilla: non ci sono motoscafi, bisogna solo stare attenti alla corrente che spinge la barca fuori rotta dall’asse del canale.  



A Nord comincia a formarsi un grosso temporale, il vento cade e pensiamo di riuscire ad arrivare nel marina prima che si scateni. 
Appare stazionario, per oltre tre ore rimane imponente e nero all’orizzonte senza dar segno di mettersi in moto. Davanti a noi un rimorchiatore spinge una grossa chiatta piena di sabbia e ancora piu’ a Nord vediamo una vela canadese, sono ambedue poco piu’ lente di noi e raggiungiamo la chiatta. E’ a questo punto che rallenta quasi a fermarsi. 
Con orrore vediamo la barca canadese scomparire letteralmente in una nera nuvola di pioggia e, quasi contemporaneamente, diritto sul naso arriva un fortissimo colpo di vento, oltre 40 nodi. Tempo di mettere la cerata e anche il rimorchiatore scompare nella nube di vento e pioggia. Vediamo solo a una cinquantina di metri delle ombre confuse, le paline dell’intracoastal, indispensabili per mantenere la rotta sono scomparse, sia quella a prua, sia quella a poppa. La barca canadese, che avevo visto accostare per tornare indietro la vedo filare alla mia sinistra, come una macchia scura, i pannelli solari di poppa e il bimini la tengono coricata 50 gradi sull’acqua che sale in coperta a meta’ dei candelieri. Lentamente, malgrado il vento, ci avviciniamo al rimorchiatore che ha grossi problemi a tenersi nel canale, anche noi viriamo e torniamo indietro, fidandoci della bussola, con una rotta a 180 gradi dalla prua precedente. 
Appena iniziamo la manovra anche l’ Africa Queen si corica sull’acqua, ma risponde subito al timone e raggiunta la nuova rotta si raddrizza. Il portello e’ rimasto aperto e la pioggia, fortissima entra in quadrato. Maria Grazia, vestita leggermente, trema di freddo ed e’ completamente bagnata, rientra in barca a cambiarsi ma prima, eroicamente lottando contro il vento fortissimo, gocciolando acqua dai capelli e dai vestiti, chiude il portello.  Uscira’, dressed to kill, con cerata e stivali dopo 5 minuti, malgrado io sia contrario, per godersi la burrasca. Il mare e’ appiattito dal vento e continuiamo a virare ogni 5 minuti per mantenerci al centro del canale con rotte, alternativamente, 180 e 360 gradi. 
Ogni volta la barca si corica sull’acqua e, ogni volta, obbediente, si raddrizza. Tutto dura forse un’ora, poi finisce in un secondo, come era cominciato lasciando i colori brillanti del mare appena lavato. Entriamo nel marina, ancora con le cerate addosso. Nel marina hanno passato, anche loro, brutti momenti, un fulmine ha bruciato le antenne radio e le barche ormeggiate sono andate a sbattere contro i piloni del porto. Ci guardano, gli occhi pieni di paura, ammirati, come fossimo dei fantasmi. Minimizziamo, come si usa in questi casi, e ormeggiamo. Sono le 4.00 pm, stendiamo i nostri vestiti fradici e dopo una lunga doccia calda ci concediamo una super cena all’Harbour Cove restaurant, nel marina. Sono cosi’ fusa che ordino le oyster raw anziche’ steamed e un piattone di mahi mahi ,innaffiato da birra bluemoon che si serve con una fetta di arancia.
Ovviamente di tutta questa avventura non abbiamo fatto le foto:eravamo troppo impegnati a non far arenare la barca perche' fuori dal canale ci sono i soliti 3/4 piedi di profondita'...