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venerdì 28 aprile 2017

Turk & Caicos



Carissimi lettori del blog come promesso dedico questo blog alle foto scattate a Turks & Caicos. Anche quest’anno i nostri programmi hanno subito piu’ che mai variazioni dovute alla continua presenza di vento forte da Sud/Est e da Est, non ci sono state piogge ma solo vento provocato dal sommarsi della coda delle perturbazioni statunitensi agli alisei, onnipresenti nell’area caraibica. In realta’ avremmo dovuto dividere la nuova esperienza del soggiorno a Turks & Caicos con Lela e Simona dagli inizi del mese di Marzo ma Lela ha dovuto rinunciare per problemi di cat/sitteraggio e noi e Simona abbiamo passato quei terribili 4 giorni di perturbazione senza poter scendere dalla barca! 
Praticamente la stagione e’ stata accettabile da Dicembre a meta’ Febbraio poi e’ iniziato il vento forte con qualche piccola finestra di due giorni nella quale bisognava approfittare immediatamente come abbiamo fatto a fine Marzo. E cosi’ ci ritroviamo a Provo (il nome dato a Providenciales, l'isola principale dell'arcipelago) solo il 7 aprile!! dopo una tormentata traversata da Mayaguana, ultimo baluardo sperduto delle Bahamas. Il marina di Turtle Cove e’ uno sballo: bello, gestito bene, persone locali di colore gentilissime, ben frequentato da barche a vela e grossi catamarani. Anche il costo al piede e’ ragionevole si ritorna al $ al piede come in alcuni marina delle Abaco mentre nelle Exumas i pochi marina si erano stabiliti sui 2$ o 2.5$ al piede . E cosa meravigliosa, essendo all’interno della piattaforma che costeggia l’oceano (vedi foto), e’ anche protetto da tutti i venti per cui finalmente dopo due mesi la barca e’ praticamente ferma.


L’area di Turtle Cove e’ un’area di parco nazionale, ville piuttosto belle costeggiano la spiaggia che da’ sull’oceano separata da una striscia di piattaforma dove si puo' fare snorkeling. Sono presenti tre buoni ristoranti tanto che appena arrivati ci fiondiamo a mangiare un trancio di tonno scottato e dei calamaretti fritti, ignorando che avremmo dovuto aspettare in barca l’arrivo della custom e immigration, comunque non c’e’ problema si rimanda al giorno dopo...


piattaforma corallina e oceano


"Sharkbite" uno dei ristoranti di Turtle Cove




Mango Reef, ristorante vicino al marina di Turtle Cove 


Africa Queen al pier 52 del Turtle Cove Marina

Noleggiamo l’auto per un giorno e giriamo l’isola partendo dalla parte Est: Leeward (sottovento) e la spettacolare e unica al mondo “conch farm” dove vengono allevate le conch (strombus) e recentemente hanno dato inizio anche all’allevamento di pesci come grouper e snapper. Ci sono vasche con le conch di un anno, quelle con le conch di cinque anni e cosi' via. Visita interessantissima, meritava arrivare a Provo anche solo per vedere la conch farm.


ferry che collega Provo a North Caicos



allevamento di pesci
e ora le vasche con i conch...





Poi dopo aver visitato due marina  nella parte Sud dell’isola di cui uno con il cantiere e la possibilita’ di mettere a terra la barca (nel caso non fossimo riusciti a muoverci su Santo Domingo) ci dirigiamo verso Blue Hills nella parte Nord dell'isola che si affaccia sull’oceano e mangiamo i piatti locali che ovviamente essendo il locale "Conch shack", sono gli strombus, questa volta mi ricordo di fare le foto....


conch salad , conch fritters e patate fritte
 con fagioli neri (non mi ricordo il nome del piatto)




a destra c'e' il cunmulo delle conchiglie di strombus
Nel pomeriggio ci dedichiamo al Chalk Sound National Park nella parte SW con la spiaggia di Sapodilla  Bay: ci sono pochissime barche all’ancora, il vento forte ha bloccato i velisti.  E poi chiedendo informazioni riusciamo a individuare il sentiero per salire sulla collina sopra Sapodilla Bay per vedere le scritte sulle pietre risalenti alla fine del settecento, inizi ottocento



Sapodilla Bay


South Dock; zona industriale dove arrivano tutti i container

centrale elettrica

a proposito dimenticavo di dire che adesso siamo a Milano, siamo rientrati alla base venerdi' 21 Aprile con un volo diretto dell'American Airline da Miami a Malpensa, ma ne parlero' nel proximo blog, eccovi un'altra foto con i nomi delle birre bahamensi: Kalik e la sorpresa dell'ottima birra rossa di Turk & Caicos amber: gon-ta nort




lunedì 17 aprile 2017

Buona Pasqua

Carissimi lettori del blog Buona Pasqua un po’ in ritardo ma ieri la connessione al marina Puerto Blanco di Luperon lasciava a desiderare… si’ siamo riusciti per il rotto della cuffia ovvero della finestra ad arrivare qui il pomeriggio del venerdi’ santo.

baia di Luperon Repubblica Domenicana
L'Africa Queen ormeggiata nel marina di Puerto Blanco


il molo e' collassato perche' si e' rotto un galleggiante sul quale poggiava, lo ripareranno il lunedi' di Pasqua dopo che ci siamo mossi sempre nella stessa baia al boatyard Marina Tropical





piccolo bucato: non c'e'il dryer per cui stendiamo sull'Africa Queen
Arnaldo studiava da una settimana i grib files  (files meteo dove viene indicata la forza del vento) che inizialmente davano una bella finestra da martedi’ a sabato compreso, poi con il passare dei giorni le previsioni sono cambiate e anche il vento continuava a essere forte anche se finalmente da NE, ideale per andare a Sud se non fosse stato cosi’ forte. Il martedi’ lasciano il marina l’Amel 54, nostro vicino di molo, e un’altra barca ma sono diretti a Portorico quindi li aspetta un viaggio lunghissimo contro vento. Il mercoledi’ invece partono gli italiani del grosso cat ma anche loro diretti alle BVI. Noi scegliamo la giornata di giovedi’ quando il vento e’ sceso un po’ di intensita’. Il giorno prima abbiamo chiamato custom + immigration  per il timbro di uscita e versato ancora 50 $ non si sa perche’ visto che l’isola e’ piena di super ricchi, mah! Usciamo quasi in alta marea alle 9.30


e anche l’uscita si rivela molto impegnativa perche’, anche se Arnaldo ha sul GPS il tracciato fatto all’entrata, adesso c’e’piu’ vento mentre quando siamo arrivati l’avevamo di poppa e meno forte. I  responsabili del marina, estremamente gentili, vengono a controllare la nostra uscita perche’ finita la piattaforma per il passaggio in oceano bisogna affrontare il frangente (rage) ad alta velocita’ per contrastare la marea montante. (in marea calante non saremmo potuti uscire perche’ ci sarebbero stati 2 m di rage) Va tutto bene e alle 10.00 iniziamo il percorso prima contro vento verso Nord cercando di dribblarci in mezzo ai motor boat che sono a pesca e guardano le lenze ma non dove vanno continuando a zigzagare sulla nostra rotta.


 Poi arrivati al New Point Reef ci aspetta un percorso allucinante con vento al traverso e onda incrociata, meno male che il Grand Soleil e’ stato costruito molto bene e quindi   attraversa le onde in modo dolce anche se qualcuna ci prende di lato e ci fa rollare. Ovviamente per tutte queste ore preferiamo timonare alternandoci con turni di un’ora; solo quando arriviamo ad avere il vento di poppa con la rotta a 180 gradi, inseriamo l’autopilot. La velocita’ e’ buona perche’ avendo vento prima da NE e poi essenzialmente da North, viaggiamo sopra i sei nodi, qualche volta tocchiamo i sette.



C’e’ ancora l’onda residua dei giorni passati ma quando costeggiamo paralleli la piattaforma l’effetto di quest’ultima mitiga il rollio e il beccheggio. L’unica cosa e’ che le miglia da fare sono tantissime, sarebbe stato bello avere una finestra seria e potersi fermare a West Caicos e a Sapodilla Bay nell’isola di Provo. Infatti la rotta consigliata dai sacri testi prevede il passaggio in piattaforma con queste due soste e poi l’uscita verso le Turks dove si fa la terza sosta in attesa che arrivi il pomeriggio per affrontare le ultime 90 miglia di percorso che separano l’arcipelago da Luperon permettendo di arrivare al mattino presto, sfruttando la calma prodotta dall’isola di santo Domingo. Noi invece, siccome la finestra e’ limitata a due giorni, abbiamo dovuto evitare le soste e la tranquillita’ della piattaforma per fare tutto oceano no stop. All’estremita’ dell’arcipelago di Turks & Caicos arriviamo all’una di notte dopo aver percorso 95 miglia e con grande sconforto vediamo che l’ultimo tratto ci viene valutato 94 miglia mentre a tavolino ne avevamo calcolato molto meno. Procediamo con i nostri turni notturni di due ore. Alle 3.40 am si esce dalle mappe delle Bahamas/Turks & Caicos che ci hanno accompagnato in questi anni e abbiamo una cartografia piu’ scarna e minimalista che avevamo acquistato negli  USA. Non mi piace per niente!



 Una cosa positiva e’ che c’e’ ancora la luna piena e quindi c’e’ sempre luce, come al solito siamo soli nell’infinita’ dell’oceano. Solo a mezzanotte si vede un grosso cargo diretto in piattaforma. L’alba questa volta non e’ interessante, scatto alcune foto piu’ tardi. 









A 40 miglia da Santo Domingo si intravede gia’ l’isola con le sue   montagne, nelle Bahamas invece la terra si incominciava  a vedere solo a dieci miglia di distanza. Per tutto il percorso, fuori dalle acque territoriali, il tempo e’ calcolato con l’ora solare, scatta la legale solo quando si arriva a dieci miglia dalla costa.
Finalmente dopo piu’ di 30 ore di navigazione alle 4.30 pm entriamo nel canale di Luperon seguendo le boe. Poi un ragazzo locale con un pegnero ci fa da guida verso il marina ma ci porta sulla barra e ci insabbiamo, fortunatamente e’ fanghiglia, ci fa insabbiare ancora e poi sopraggiunge un gentilissimo canadese che invece ci scorta fino al marina (siamo entrati in assoluta bassa marea)
Quando i ragazzi del marina di Puerto Blanco ci aiutano ad ormeggiare mi chiedono quanto vogliamo fermarci, yo rispondo: Toda la vida!! Tierra tierra al final…me siento como Colombo….
Ecco un po’ di foto,invece  le foto relative a Provo e al giro fatto con l’auto dalla conch farm alle baie,blue hills…etc….. sara’ argomento di un prossimo blog.