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domenica 28 maggio 2017

Ricordi delle Bahamas 2





Continua la pubblicazione delle foto   di Simona che e' venuta a trovarci l'ultima settimana di Febbraio e la prima di Marzo. la prima settimana e' stata spettacolare mentre a Marzo c'e' stata una perturbazione molto forte che ci ha impedito per quattro giorni persino di scendere a terra con il dinghy! ovviamente non abbiamo potuto attuare il nostro planning che prevedeva di navigare con calma verso Turk & Caicos
ecco ancora  due foto riguardanti la parte oceanica di Stocking Island e poi la spiaggia davanti a Chat'n Chill










Simona davanti al palo con tutte le distanze
e ora Chat 'n'Chill...

interno di Chat' n'Chill posto mitico con le sue magliette, i ribs e i coctail tropicali








e poi al ristorante di Lumina Point con questa cameriera simpatica e carina








il buon ristorante di pesce Fish fry: conch,prawn, squid, grouper...




la notte di venerdi' 3 marzo inizia la perturbazione piu' forte e piu' lunga di questa stagione con vento che arriva a 42 nodi sotto raffica; rimarremo bloccati sull'Africa queen fino a mercoledi' 8 marzo. sono cosi' depressa che non scatto foto, meno male che Simona invece scatta alcune foto...(siamo rimasti all'ormeggio di Sand Dollar che ha tenuto benissimo nonostante il vento forte)







mercoledì 17 maggio 2017

Ricordi delle Bahamas



ultimo tramonto a Stocking Island



Carissimi lettori del blog, pubblico alcune foto degli ultimi giorni passati nelle Exumas a Stocking Island riguardanti i simpatici gatti rossi e a George Town con i negozi di liquori e la parrucchiera che vende pesce e tessere telefoniche e poi il rifornimento di propano. Inizio anche a postare  una prima serie di foto fatte da Simona che ritraggono me e Arnaldo in relax sia sulla spiaggia che on the boat e alcune belle foto dell’Africa Queen.
Riprendo poi con il vocabolario interrotto nei blog di Febbraio che si concludeva con la lettera L.
Incominciamo con i bei gatti rossi: Elisabeth con la sua pancina bianca e l’aria nobile, Sandy, Stocking e Crab, difficili da riconoscere e George, l’unico gatto maschio dell’isola. Crab si era affezionata moltissimo a noi: e’ salita due/tre volte sul gommone, avra’ voluto trasferirsi con noi sull’Africa Queen?


Crab e' la piu' piccolina delle tre figlie di Elisabeth 
( i nomi ai gatti li abbiamo dati noi) 



Elisabeth sulla sabbia, Sandy e Crab sul pareo di Arnaldo



Ed adesso entriamo a George Town nella via principale dove si trovano tutti i negozi, il supermarket e uno dei distributori di benzina.


negozio di liquori, vino e birra

dalla parrucchiera oltre alla tinta e alla messa in piega puoi trovare
 pesce, aragoste conch e puoi caricare anche la tessera della BTC





e ogni mercoledi' sull'altro lato di Lake Victoria e' disponibile il camion con il propano per riempire le bombole; in realta' il servizio e' saltato per due/tre settimane ma si poteva andare direttamente alla centrale del propano o lasciare le bombole in un negozio della citta' e riprenderle dopo qualche giorno.





e ora alcune foto scattate da Simona che ci ritraggono in relax...





Arnaldo pensieroso: stara' guardando le previsioni meteo?
alcune foto scattate da  Simona  all'interno dell'Africa Queen:






e all'esterno....



e ora riprendo con il vocabolario:



Marina

   I marina interessanti per fermarsi  alle Exumas sono praticamente solo due :  Highborne Marina e Cave Cay. Sampson che era un marina buono come ormeggio, al riparo da tutti i  venti,purtroppo e’ stato venduto a un privato.   Le caratteristiche che si richiedono a un marina  sono quelle di riparo dai venti, buoni servizi come docce e lavatrici e prezzo ragionevole.
Mentre nelle Abaco si incontrano tutte queste caratteristiche e anche le Eleuthera con Spanish Well al Nord e Cape Eleuthera al Sud rappresentano due buoni punti per fermarsi alcuni giorni, le Exumas sono piu’ complesse. Ad esempio a Kompass, a parte i costi elevati e l’ambiente poco frendly, c’e’ un entrata da slalom fra canali da brivido, non ne vale la pena, lo stesso discorso vale per Staniel Cay dove invece bisogna entrare in alta marea e durante le perturbazioni  la baia e’ esposta, molto meglio buttare l’ancora nella baia di Big Majors  che si trova a meta’ fra i due marina e dove anche con vento forte (l’abbiamo sperimentato ) non c’e’ problema. 



Andando verso Sud c’e’ il super marina di Emerald Bay che pero’, essendo sulla parte oceanica, e’ una trappola: sai quando entri ma non quando troverai le condizioni ottimali per uscirne (nella stagione 2016 le barche partite con noi da Cave Cay che si sono fermate qui,anziche’ proseguire come abbiamo fatto noi, sono arrivate una settimana dopo a George Town. E per finire l’Exuma Yacht Club: e’ molto esposto ai venti da Est e sudEst per cui va bene per fermarsi o in calma piatta o con il vento da Ovest. Hanno sbagliato ad aumentare il prezzo a 2$ al piede per cui si fermano solo grossi yacht. E’ praticamente deserto. Noi ci siamo fermati ogni quindici giorni per fare rifornimento di acqua e andare a fare le lavatrici (nel marina non c’e’) con calma e quando e’ arrivata e partita Simona.
A mio avviso andrebbe riaperto Sampson che e’ a meta’ delle isole e nella parte Sud costruito un marina dalla parte di George Town ma a Crab Cay dove c’e’una bella laguna protetta da tutti i venti, il progetto c’era ma e’ naufragato…

Exuma Yacht Club

Nino

Molti addossano al nino la responsabilita’ del brutto tempo  e in effetti l’anno scorso  2016 e nel 2012 il nino ha portato diverse perturbazioni con pioggia forte alle Bahamas. Periodicamente, come le Olimpiadi,ogni quattro anni, l’Oceano Pacifico si riscalda in modo particolare non solamente nelle aree delle Isole Marchesi e di Tahiti ma le stesse alte temperature raggiungono il Centro America, l’Ecuador e il Peru. Questo provoca una carestia di pesce  lungo queste coste e lo spostamento delle aree di alta pressione in Atlantico che permettono quindi alle perturbazioni continentali di arrivare nell’area caraibica.  Quest’anno pero’ che non c’era il nino non abbiamo avuto piogge ma tutte le perturbazioni continentali si sono scaricate ugualmente sulle Exumas piu’ o meno ogni 10/15 giorni!





venerdì 5 maggio 2017

Ultima settimana di fuoco



L’ultima settimana passata oltre oceano e’ stata veramente intensa a cominciare dal lunedi’ di Pasqua che nella Repubblica Domenicana e’ un giorno di lavoro per cui siamo riusciti a mettere a terra l’Africa Queen dopo ben 3 anni e mezzo: era stata messa in acqua a Fort Pierce nell’Ottobre 2013 quando c’era con noi Mandy e c’era ancora Franz. Ma andiamo con ordine: a Santo Domingo i due giorni festivi sono il Venerdi’ Santo e la domenica di Pasqua, mentre sabato e il lunedi’ dell’Angelo sono giorni lavorativi. Il sabato mattina andiamo a fare l’entrata nel paese con dogana, immigration e ministero dell’agricoltura; mi sembra di tornare indietro di quarant’anni al mio primo viaggio in america latina con le varie casette che costituiscono i vari uffici,le tendine con i festoni, il pavimento di linoleum e un’atmosfera simpatica e accogliente. Lasciamo un equivalente di 87$ in dogana, e  20+20$ fra tessere all’immigration e ministero dell’agricoltura.
Poi con una moto (il piu’ comune taxi locale) andiamo  percorrendo prima una strada asfaltata e poi una discesa sterrata allo yacht club marina  per avere informazioni per l’alaggio della boat. Il ragazzo che sorveglia il marina ci manda dal gestore  Isaac che e’ anche il proprietario di un ottimo ristorante sulla collina.
Cosi’ mentre ci mettiamo d’accordo per mettere a terra l’Africa Queen ci rilassiamo con un ottimo pranzo di pesce. Nel pomeriggio riusciamo a prenotare a caro prezzo i biglietti aerei per martedi’ (il nostro volo internazionale e’ schedulato per giovedi’ 20 e cambiarlo ci sarebbe costato 180$ a testa!)




caricano la batteria 

Il giorno di Pasqua continuiamo con i lavori in barca fra cui il togliere le vele e riporle a poppa, prepariamo anche i nostri bagagli perche’ e’ piu’ semplice fare tutto mentre la barca galleggia e non quando sara' sul terreno.

Lunedi’ mattina alle 8.30 ci spostiamo dal marina di Puerto Blanco allo Yacht Club ma siamo in bassa marea per cui non si riesce a entrare nello scivolo perche’ si tocca. Ormeggiamo e aspettiamo l’alta marea. Passiamo alcune ore di panico quando ci rendiamo conto che il trattore che deve trainare l’aggeggio che imbrigliera’ l’Africa Queen ha una gomma a terra!!  Gli addetti ai lavori rientrano verso l’una con il pneumatico riparato lo sistemano ma c'e' un altro problema  perche' non parte: la batteria e’ out. Viene ricaricata e  finalmente alle 3.00 pm dopo sei ore di attesa  e di ansia nelle quali abbiamo anche approfittato per fare altri lavori on the boat, tutto e' pronto. Effettuo un servizio fotografico continuo per seguire tutte le fasi; le altre volte l'Africa Queen era stata sollevata da terra con una potentissima gru  e non questo sistema di cui non mi ricordo il nome. 










L’hauling (alaggio) dell’Africa Queen e’ abbastanza complesso perche’ in genere nel marina sono abituati alle barche americane con la poppa molto larga che viene imbrigliata senza problemi dai pad del carrello rosso; il Grand Soleil invece ha una linea fantastica e aerodinamica ma scomoda per posizionare i pad per cui l’operazione viene ripetuta piu’ volte anche perche’ il gestore Isaac e’ molto pignolo e scrupoloso: si butta in acqua diverse volte a controllare sia i pad che la scarpa sulla quale poggiava la pinna della boat









Finalmente dopo due ore la barca e’ a terra e decidono di posizionarla con nostra soddisfazione vicino agli uffici del marina. E’ ricoperta da alghe di ogni tipo, mi dicono che non e’ nulla in confronto a come si ricoprono le carene in pochi mesi nella baia di Luperon. Nonostante tutte le attenzioni  e le verifiche  l’Africa Queen e’ un po’ storta, in breve l’idea e’ di riposizionarla con nuova scarpa alla base della deriva che dovrebbe arrivare al marina in futuro.









Martedi’ mattina mentre i ragazzi del marina puliscono la carena con spazzolone e acqua, noi andiamo alla dogana a consegnare le fotocopie dei nostri passaporti che non eravamo riusciti a fare sabato. Verso le 11.30 ci muoviamo verso l’aeroporto di Puerto Plata; ci accompagna con la sua vettura Lora, il vice-comandante della guardia costiera che era venuto a controllare i nostri documenti appena arrivati. E cosi’ dopo solo quattro giorni lasciamo la Repubblica Domenicana per Miami.
Due piacevoli giorni di riposo e di relax per riprendersi dalla navigazione impegnativa e dalla sistemazione della barca. Noleggiamo l’auto per un giorno e mezzo e alla Dollar, che e’ supergettonata per i prezzi veramente low (20$), non hanno piu’ auto piccole per cui ci danno una bella Impala!  



Mercoledi' lo passiamo a Fort Lauderdale per andare a vedere il mattoncino di Franz e un giro a west marine per il caricabatterie che dopo solo tre anni pare sia gia' out. pranziamo nel fantastico rustic inn vicino all'aeroporto con ostriche, rane e alligatore anche se la specialita' del posto e' il granchio. Alla sera da Quarterdeck con le vongole al burro e vino bianco...








fontana con luci nella piazza di fronte al museo delle scienza


e per finire aggiungo due/tre foto del mare a Fort Lauderdale che ho scattato l'anno scorso  piu' o meno nello stesso periodo: la condizione dell'oceano ora e' roughly come allora e nel gabbiotto del bagnino sventola la bandiera rossa che indica  mare agitato.